Incontro con Sergey, il Gemello Cattivo (2726)

Un ultimo saluto a Sergey, il Gemello Cattivo (2726). “Lo sai bene, mio caro Henry: pur con i vantaggi che ne abbiamo da secoli, la scienza e la tecnologia ci hanno portato più a non credere che a credere” mi mormorò all’orecchio il mio gemello Sergey, alzando il tono della voce per sovrastare il rumore delle onde sulla lunga spiaggia di Shèlteror, allorché ci abbracciammo prima di separarci consci che probabilmente non ci saremmo mai più rivisti. “Sii sincero:“ affermò poi scuotendomi leggermente per le spalle, “non avresti mai creduto di ritrovarmi in carne ed ossa in quest’angolo dell’Universo, perché […]

Lost in Nettuno

“Io l’ho guardata negli occhi quest’isola e quello che ho visto… è bellissimo.” John Locke da “Lost” serie TV Avvistamento Dopo diciassette giorni di imprevista maledetta bonaccia e faticosa navigazione, oltrepassato dopo giorni e giorni il limite dell’Aequator verso l’Emisfero di Borea, e varcate poi le Barriere d’Hercules con la prua rivolta a nordest, una volta superata Punta Itteuladas di decine e decine di miglia, all’orizzonte a considerevole distanza dalla prora della nave erano improvvisamente apparse le Arche Marine: quelle di cui favoleggiavano plurisecolari diari di bordo marinari e i più recenti portolani dei navigatori degli ultimi decenni, alcuni dei […]

Gabbiani senza mare

L’uomo era lì, come sempre. Immobile, stava accovacciato sulla sabbia, con la schiuma della risacca che gli lambiva le ginocchia, al sopraggiungere delle onde più lunghe. I suoi occhi erano immancabilmente rivolti verso l’orizzonte, dove la linea del cielo si confondeva con quella del mare. In tutti quei mesi, non l’aveva mai visto voltare la testa e distogliere lo sguardo. Quella mattina era un bel po’ che lo osservava da lontano: prima dalla loggetta della baracca dove lui viveva a un centinaio di metri dal mare e poi, di quando in quando, dal molo d’approdo davanti alla battigia, sul quale […]

Johnny Lago

«Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente… Prima o poi, i morti diventeranno un tutt’uno con noi; ma, nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d’essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell’eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo.» C. G. Jung – Ricordi, sogni e riflessioni Il lago era sempre lo stesso. Calmo e consapevole, stava aspettando Johnny Lago, come […]