Mac Munro svela un segreto di Lazarus O’Bannon (2619)

Larry Mac Munro svela un segreto del Capitano Lazarus O’Bannon Smith.

Conobbi Lawrence “Larry” Mac Munro nel 2107 quando era un corsaro della galassia. All’epoca infatti, un po’ per convinzione un po’ per calcolo, egli aderiva al movimento antiproibizionista pintoriano ed era diventato un abile contrabbandiere di sigarette, alcol e carne animale – mai di droghe, che anzi contrastava duramente – negli anni in cui i proibizionismi rendevano tale attività molto lucrosa sulle rotte della galassia, controllate poco e male dalla corrotta Milizia Finanziaria Intergalattica.

Dopo l’abolizione del proibizionismo, Mac Munro si era dedicato a traffici legali assai più redditizi. Aveva creato grandi flotte, diventando uno dei più importanti armatori spaziali, con influenti agganci tra i politici delle leghe di varie costellazioni, tutte in concorrenza economica fra loro e sempre alla ricerca di audaci trasportatori disposti a raggiungere qualsiasi angolo del cosmo.

Proprio da lui venni a sapere d’un amore del capitano O’Bannon, che egli conosceva dall’epoca in cui lo aveva arruolato, giovane guardiamarina, nelle sue flotte, raccogliendone le confidenze come un padre nel corso degli anni.

La rivelazione ci fu fatta nel 2619 a bordo dell’antiquata Moonship 9, comprata da Larry di seconda mano su consiglio dell’altro mio amico Martin Digger che ci accompagnava nel viaggio di collaudo verso la Gigante Rossa Dorea. Il battello era stato ristrutturato con nuovissimi motori a trascinamento pluridimensionale simultaneo, abilitati all’interazione col “Varco” spazio temporale. Eravamo seduti tutti e tre nella spartana cabina di Mac Munro, intorno a un tavolo di noce sintetico e ad una costosa bottiglia di vino terrestre.

“Il suo nome era Lareja, ed era una splendida entità Tessita”, rispose l’armatore ad una mia precisa domanda, guardandoci dritto negli occhi a sottolineare la sua sincerità. “Questa è una sua apparenza mnestica tridimensionale, che Lazarus mi diede a suo tempo.” Nel dire questo fece scivolare davanti a noi il fluido olografico di ciò che un tempo si sarebbe definito un ritratto. Larry l’aveva con sé a conferma della sua storia perché ero stato io, qualche giorno avanti, a chiedergli notizie sulla vita privata di O’Bannon, sempre nascosto dietro un muro di riserbo. Quindi ci descrisse le prodigiose qualità di un’entità Tessita. I Tessiti – ovvero gli abitanti del pianeta T-ESS#04, detto anche Ice Glow – sempre cortesi e profondi, erano unici per la capacità ultra umana di trasmettere telepaticamente pensieri ed emozioni, ma soltanto se ne consideravano degna la persona di fronte a loro. Erano degli esseri riservati, inclini alla più sincera amicizia allorché avessero stabilito un’autentica affinità con l’altro. Inoltre avevano la capacità di mutare indifferentemente genere, a seconda delle preferenze sessuali del partner. La vocazione maschile della sessualità di O’Bannon fece sì che il suo amore Tessita avesse assunto genere e nome femminile.

“Lazarus e Lareja si amarono profondamente” ci raccontò Mac Munro, “tanto da influenzarsi a vicenda. In verità fu O’Bannon a manifestare più spesso quell’equilibrio che di natura caratterizzava la Tessita. E posso dire che l’educato altruismo dell’austero Lazarus, deriva dal lascito sentimentale di Lareja.”

“Ma come fu che la storia tra loro finì?”, domandò incuriosito Digger.

“Credo che lo stesso O’Bannon se lo chieda tuttora. So soltanto, perché me l’ha detto lui, che un giorno Lareja si dissolse letteralmente davanti ai suoi occhi, con un ultimo sorriso; senza comunicare una parola o trasmettere un pensiero, un’emozione, da lasciare in ricordo a quel poveraccio. Lazarus rimase col rammarico insanabile di un amore improvvisamente concluso nel mistero, senza saperne la ragione. Più volte O’Bannon avrà pensato che tutto fosse stato un miraggio, compresa quest’apparenza mnestica che mi lasciò pregandomi di tenere da conto. ‘Non la voglio più vedere. Se un giorno saprai la verità – mi disse – tu non me la dire. Lascia che sia il tempo a dirla a me’. In ogni cosa buona c’è sempre qualcosa di cattivo, recita un antico proverbio, e forse è proprio così”, concluse Mac Munro facendo sparire il fluido olografico risucchiandolo nel palmo.

Nelle foto di seguito la Moonship 9 inquadrata tra i turbini di dragaggio della Gigante Rossa, e l’apparenza mnestica di Lareja.

La Moonship 9 tra i turbini di dragaggio della Gigante Rossa Dorea
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Testo, elaborazioni e rendering digitali di Enrico Smith.