Ricordi Notturni
L’amore sbocciava ogni volta che vedeva una ragazza ballare. La guardava volteggiare vestita a festa e si inteneriva. Poi, quando le luci si abbassavano e i corpi si avvicinavano fino a toccarsi, s’inferociva e aspettava che la coppia uscisse dalla discoteca. Li seguiva in automobile, per scoprire dove abitava la ragazza.
La sensazione era così forte che poi doveva agire. Agire immediatamente.
Ma questo accadeva anni fa. Quanti?
E sarebbe stato sempre così?
Dialoghi all’imbrunire
“Cornell, io non voglio fare la fine di mia sorella! Ho paura che mi succeda quello che è capitato a Loreen. Lei aveva appena denunciato quel maiale di suo marito, che lui gliela fece pagare cara”, dice Leila. “E Curtis alle volte è molto, molto peggio di quello là…” conclude con voce affranta Leila Howe, all’interno della spider rossa ferma vicino a un basso lampione sul marciapiede, che costeggia il vialetto d’ingresso davanti alla villetta della donna, in periferia.
“No, Leila. Sta’ tranquilla” cerca di calmarla Cornell Ward, il nuovo compagno di Leila, che le siede accanto al volante dell’auto. “Stavolta non sarà così. Siamo andati proprio ieri alla polizia per la denuncia e ti hanno assicurato che ora ci sono norme molto più severe. Una volta denunciata una persona per stalking, quella persona non può avvicinarsi a te a meno di un miglio. Se lo fa, va subito in galera, senza nemmeno aspettare il processo. È per questo senso di liberazione che oggi, finito il lavoro, ci siamo incontrati in centro per festeggiare in discoteca, giusto?”
“Sì, ma Curtis non sa ancora nulla della cosa e potrebbe sempre provare a saltarmi addosso, come ha fatto già tante altre volte. Ti prego stanotte stammi vicino, Cornell. Non mi lasciare sola!”
“Certo, Leila. Stanotte non ti lascio: perciò ti ho riaccompagnata a casa con l’auto e non ti ho lasciata tornare da sola. Adesso porto la macchina al parcheggio e ritorno subito da te. Vedrai che Curtis non si farà più vedere. Intanto tu scendi, va’ a casa e prepara un drink”, dice Cornell a Leila, guardandola dritto negli occhi per rassicurarla. Ma non riesce a sorriderle.
Leila corre
Il cielo plumbeo sembra cascarle addosso, mentre Leila corre fuggendo veloce, ansimante e col cuore in tumulto. In lontananza vede i palazzoni della periferia con le finestre illuminate, ma sono troppo lontani e nessuno può sentirla gridare. Come vorrebbe stare tranquilla al calduccio: una donna qualunque, in uno di quegli anonimi appartamentini che ora le sembrano un irraggiungibile miraggio.
Hanno lasciato la discoteca meno di un’ora fa, e meno di un’ora fa sembrava tutto tranquillo quando era salita sull’auto di Cornell per farsi riaccompagnare a casa. Aveva visto nell’oscurità due fari dietro di loro, ma non gli ha dato peso. Ora sa che qualcuno li ha seguiti perché, quando Ward poco fa l’ha lasciata davanti a casa per parcheggiare, lei ha oltrepassato il marciapiede inoltrandosi nel vialetto e ha trovato la serratura della porta sigillata con del silicone, impedendo l’inserimento della chiave nella toppa.
Con questo stratagemma qualcuno la vuole aggredire indifesa all’esterno della sua casa, e lei già immagina chi possa essere.
Chi, se non quel bastardo del suo ex marito Curtis Moore?
Già sta pensando al modo di sfuggirgli e poi di fargliela pagare cara. Però Cornell ormai si è allontanato, allora cerca affannosamente il cellulare che ha in borsa per richiamarlo e dirgli di fare presto. Si guarda intorno allarmata, quando un oggetto pesante le vola vicino alla testa e si va a schiantare nella piccola aiuola accanto al portone. Terrorizzata smette di cercare il telefono, getta la borsa e si mette a correre, senza aspettare il ritorno di Cornell.
Inutile urlare: è tardi e la zona è isolata, alla periferia estrema della città.
L’unica speranza di sfuggire all’aggressore è correre. Correre il più in fretta possibile e immediatamente. Però sente subito i passi pesanti di qualcuno dietro di lei che la insegue spietato, mentre si slancia nel buio circostante.
Leila cade
Leila si toglie le scarpe coi tacchi per correre ancora più veloce. Si ferisce anche i piedi, ma tutto questo non serve. L’ombra nera dietro di lei si avvicina sempre di più.
Sempre di più, fino a che una mano l’afferra alla spalla e poi scivola sul suo collo, mentre un’altra la stringe in una morsa d’acciaio. Cadono entrambi a terra, mentre lei continua a divincolarsi e a scalciare, cercando di respingere l’aggressore che si è sdraiato su di lei per bloccarla col suo peso. Se non agisce subito quelle mani la strangoleranno. S’accorge che la sua mano destra impugna ancora una scarpa. Il viso dell’aggressore, coperto da un cappuccio nero, è a pochi centimetri dalla sua faccia e le alita schifosamente addosso. Leila allora non esita un attimo, rammentando con odio tutte le botte ricevute da Curtis per una vita.
È senza rimorsi che affonda il tacco a spillo in quell’occhio allucinato. Lo intravede dalla fessura del passamontagna mentre schiaccia con tutta la forza che le resta. Sente uno schiocco, come d’un guscio che si rompe, poi un urlo disumano esce dalla bocca dell’assalitore.
Strappa la maschera all’aggressore sconvolto e guarda quel viso insanguinato. Rimane senza fiato nel riconoscere i lineamenti di Cornell, che però adesso sbraita e ulula, mentre cerca di stringere ancora più forte la sua gola.
“Ti ammazzo, troia… Ti ammazzo!” urla Cornell Ward, impazzito dal dolore e dalla rabbia, scuotendole la testa sul terreno.
Leila Howe sta per soccombere, quando un colpo fortissimo fa sbattere ripetutamente la testa di Ward sul selciato, proprio dalla parte dei denti. E poi un altro ancora. Leila vede diventare la bocca di Cornell un fiore rosso umido e qualche cosa di quell’umidore va a schizzarle sulla guancia, mentre distesa a terra si massaggia la gola annaspando in cerca d’aria.
Dopo un po’ riesce ad alzare il capo e dietro il corpo esanime di Ward rotolato accanto, vede due lunghe gambe che sorreggono un torso in canottiera con due braccia muscolose, che lei conosce bene per i tatuaggi caratteristici. Un braccio impugna una mazza da baseball che ancora oscilla minacciosa.
“Ciao, Leila Howe”, dice una voce roca in tono sarcastico. “Ero venuto qui per parlarti un’ultima volta, prima di mollarti per sempre. Ma quando sono arrivato qualche ora fa, c’era un tizio sceso da una spider rossa che armeggiava con la serratura di casa tua. Quando si è allontanato, l’ho seguito in macchina fino alla discoteca dove vi siete incontrati e ho capito che vi conoscevate. Poi vi ho seguito al ritorno, fino a qui. Sicuramente aveva in mente qualcosa di speciale per te: l’ho capito quando ha lasciato l’automobile qui vicino. L’ho visto infilarsi una tuta e un passamontagna neri, e poi scagliare quel mattone che per poco non ti ha stesa subito. Allora ho preso dal camioncino la mazza e vi ho rincorso per darti una mano. Credo di essere arrivato in tempo: per fortuna sono allenato a correre! Ma sai correre anche tu, Leila. Quando ti ci metti.”
Leila non sa cosa rispondere, dal momento che la faccia che ha parlato appartiene a quella del suo ex marito Curtis Moore, che proprio ieri lei è andata a denunciare.
“Adesso chiama la polizia e aspettiamo che arrivino. Prova con questo”, nel dire ciò Moore allunga un cellulare a Leila. “Poi asciugati il viso e datti una sistemata”, intima alla donna porgendole un fazzoletto.
“Scopriranno loro che razza di maniaco era il tuo ultimo grande amore. A me basta che tu racconti come sono andate esattamente le cose, stavolta!” conclude l’uomo, riuscendo anche a sorriderle.
È strano che il primo sorriso sincero da due giorni a questa parte le venga rivolto proprio da uno come Curtis Moore, riflette Leila Howe con un brivido.
Enrico Smith
8 novembre 2015
Il racconto è stato ispirato dalla fotografia “Victoria Park” di Eugenio Smith
Leila runs
Night Memories
Love blossomed every time he saw a girl dancing. He was touched watching the dressed up girl twirling. Then, when the lights went down and the bodies were so close to touch, he got angry and waited for the couple to come out of the disco. He followed them by car, to find out where the girl lived.
The feeling was so strong that he had to act. He felt the urge to take immediate action.
But that was years ago. How many?
Would it always be like this?
Dialogues at dusk
“Cornell, I do not want to end up like my sister! I’m afraid that will happen to me what happened to Loreen. She had just reported that `pig` of her husband, that he got back at her “ Leila says” and Curtis is far worse than that guy.” Leila Howe ends with a distraught voice, while sitting in the red roadster spider parked near a lamppost along the sidewalk that runs along the driveway in front of the house of the woman, on the outskirts.
“ Leila, Keep calm! “ Cornell Ward says, the new Leila`s partner sitting at the steering wheel of the car. “This time he will not. Yesterday we went to the police for the complaint and we were ensured that the rules are now much stricter. Once a person is reported for stalking, that person cannot approach you closer than a mile. If it does, it goes straight to jail, without even waiting for the process. It is for this sense of freedom that today, after work, we have met in the center to celebrate the disco, haven`t we? “
“Yes, but Curtis does not know anything about that and would always try to jump on me, as it has already done so many times in the past. Please, stay with to me tonight, Cornell. Do not leave me alone!“ “Of course, Leila.Tonight I do not leave you alone: that`s why I drove you home and I did not let you come back home alone. I`m driving to the parking area and I`ll be back to you immediately. You will see that Curtis will not pop up anymore. Get off, go home and prepare a drink for me.” Cornell says to Leila, looking at her straight in her eyes, reassuringly. But he is not able to smile.
Leila runs
The leaden sky seems to fall over her while Leila is running fast, breathless and with her heart pounding. In the distance she can see the huge block of flats of the suburbs with the lighted windows, but they are too far away and no one can hear you screaming. How much she would like to be quiet in the warmth of her home: an ordinary woman, in one of those anonymous apartments that at the moment seems to her an unattainable mirage.
They left the club less than an hour before, and less than an hour before all seemed to be quiet when she got in Cornell`s car to be driven home. She had seen in the darkness two headlights behind them, but she did`t care about them. Now she knows that someone has been following them as, after Ward left her in front of the house to park, she crossed the sidewalk penetrating into the driveway and found the lock on the door sealed with silicon, preventing the insertion of the key.
With this trick someone wants to attack her while helpless outside of his house, and she already imagines who he could be.
Who else but that bastard of her ex-husband, Curtis Moore?
She has already been thinking about how to escape and how to pay back at him. Cornell has just moved away, when she searches frantically her bag for her cell to call him and tell him to rush. She is looking around her in alarm, after a heavy object has flown near her head crashing into the flower bed next to the door. Terrified, she stops searching the mobile, throws the bag and begins to run, without waiting for the return of Cornell.
Screaming is needless: it is late and the area is isolated, right on the edge of the city.
Running is the only hope of escaping the attacker. She has to run as fast as possible and immediately. She suddenly can hear the heavy footsteps of someone behind her who is pursuing her ruthless, when she leaps in the dark.
Leila falls
Leila takes off her shoes with high heels to run even faster. It also hurts her feet, but all this is useless. The ‘black shadow` behind her is approaching closer and closer.
Closer and closer, until a hand grabs her shoulder and then slides on her neck, while the other holds her in a grip of steel. Both fall to the ground, while she continues to struggle and kick, trying to dismiss the ‘aggressor` who is lying on her to block her with his weight. If she does not act quickly those hands will strangle her. She realizes that she is still holding a shoe in her right hand .The face of the aggressor, covered by a balaclava, is a few centimeters from her face and breathes disgustingly. Leila does not hesitate, recalling with hatred all the beatings she has received from Curtis for a living.
It is remorseless that she sinks the stiletto heel in the hallucinating eye. She glimpses from the slot in the balaclava while she is crushing the heel with all the strength she has left. She hears a snap, like that of a shell that breaks down, then an inhuman scream comes from the mouth of the assailant.
She rips the mask to the upset aggressor and looks at that bloody face. She gasps in recognizing Cornell`s features, who is now barking and howling, as he tries to forge even stronger her throat.
`I’ll kill you, bitch …I’ll kill you!` Cornell Ward screamed, crazed with grief and anger, by shaking her head on the ground.
Leila Howe is about to succumb, when a strong blow bangs Ward`s head repeatedly on the pavement, right on the side of the teeth. And then another one. Leila can see Cornell`s mouth becoming a red wet flower and some of that wetness splashes on her cheek, while lying on the ground massaging her throat gasping for air.
After a while she is able to raise her head and behind the lifeless body of Ward rolling next to her she can see two long legs that support a torso in tank with two muscular arms that she recognizes from the characteristic tattoos. An arm is wielding a baseball bat that still swings threatening.
“Hello, Leila Howe,” said a hoarse voice in a sarcastic tone. “I had come here to talk to you a last time, before leaving you alone. But when I arrived a few hours ago, there was a guy who had got out from a red spider and was fumbling with the lock of your house. When he went away, I followed him by car to the disco where you met and I realized that you knew each other. Then I followed you to return here. Surely he had planned something special for you: I understood it when he left the car nearby. I saw him putting on a black suit and a balaclava, and then, while he threw that brick that has almost knocked you down. Then I took the bat out of the truck and I chased you out. I think I was in time: thankfully I am trained to run! But you know how to run fast, Leila. When you need to do it. “
Leila does not know what to say, because the face belongs to her ex husband Curtis Moore, she went to the Police to report about just the day before.
`Now call the police and we`ll wait for it to arrive. Please try with this (in saying that Moore stretches a cell to Leila) ”Then wipe your face and give yourself a set” he orders the woman handing her a handkerchief.
“They will find out what a sort of maniac your last great love was. I just want you to tell the police the way things went exactly, this time! “concludes the man, even managing to smile.
It is strange that the first genuine smile in two days has come by someone like Curtis Moore, Leila Howe ponders with a shudder.
Enrico Smith
The story was inspired by the photography “Victoria Park” by Eugenio Smith
Translated by Maria Benimeo