La Rivoluzione Danista capitolo 2 – La ‘Democrazia Perenne’ (2708)

La Rivoluzione Danista capitolo 2 – La ‘Democrazia Perenne’

Fu in una di quelle riunioni che per la prima volta sentii parlare con sarcasmo di ‘democrazia perenne’ da uno dei partecipanti, a cui garantii l’anonimato nei miei resoconti futuri. Egli espose il suo punto di vista chiedendosi quanto fosse ancora progressivo il concetto di democrazia, dal momento che essa si era trasformata nel potere, invece che del popolo, in quello di tutti i plutocrati delle galassie; e la Quarta Unione tendeva a riprodurne la continuità, in una sorta di immutabile ‘democrazia perenne’ dove il governo non era altro che una pura suggestione mediatica, imposta dalla finanza globale con la forza di ricatti economici e oscure trame. A queste considerazioni s’aggiunse quella d’un altro partecipante, anonimo pure lui su esplicita richiesta, che attribuì a tale degenerazione la causa del tentativo di sovvertire l’ordine galattico da parte di Adam Dana e dei suoi innumerevoli seguaci, considerati a ragione dei patrioti. Per di più, secondo lui, lo stesso concetto di democrazia non poteva ritenersi superiore, poiché si basava sull’ipotesi, tutta da dimostrare, che una moltitudine di uomini possedesse maggiori capacità di governo di pochi.

“Io sono Udhrum, Sciakham Prescelto di Tess, e il mio nome può essere rivelato così come il mio pensiero”, interloquì fieramente lo psicofilosofo tessita che poi continuò: “Nel nostro mondo le comunità non umane si riuniscono in tribù chiamate ‘Odopoie’, guidate dallo Sciakham più anziano con l’approvazione di tutti. Egli, ascoltati gli altri Sciakham, prende le decisioni importanti che non vengono mai messe in discussione da alcuno, dato che la collettività se ne ritiene partecipe. Chi lo dovesse fare verrebbe costretto ad un silenzio più o meno lungo o addirittura all’esilio. Questa non è propriamente una democrazia, ma funziona bene. Presuppone però clan poco estesi, i cui componenti si frequentino tutti. Lo sbaglio di Adam Dana è stato quello di considerare l’Unione come un clan, ma la sua immensa vastità gli si è ritorta contro. È per questo che in molte zone della galassia v’è nostalgia di mondi più piccoli e indipendenti: la rivolta di Adam Dana ha preso il via proprio da ciò, e molti lo vorrebbero nuovamente al potere per portare a termine il suo disegno.”

“Ma allora come mai” mi intromisi malaccortamente io, “voi due, venerabile Sciakham Udhrum e tenente Uriah Christian, vi siete prestati al gioco dell’Unione inducendo Adam Dana alla resa con le vostre trattative?”

Vidi gli altri fulminarmi con occhiate di disapprovazione e mi morsi la lingua, pentito di essermi lasciato sfuggire quell’improvvida osservazione.

“Caro comune amico Henry, noi militari ubbidiamo a degli ordini precisi; inoltre i tempi non erano allora propizi per un così grande cambiamento. E non lo sono tuttora”, intervenne a salvarmi dalla generale riprovazione colui che reputavo, e reputo ancora, il più abile e accorto dei navigatori che avevo di fronte, e del quale pure manterrò l’anonimato. “Ma prima o poi – proseguì questi – il tempo giusto verrà e il seme gettato dall’enigmatico Adam Dana germoglierà. Probabilmente saranno altri a coglierne i frutti, ma potrebbe essere lui o lei stessa, dal momento che proprio la trattativa di Sciakham Udhrum e Uriah Christian ne ha impedito la cattura ed il processo, con la conseguente sua sicura condanna a morte.”

Allentando la tensione, parlò di nuovo Udhrum. “Il terrestre Oswald Spengler – citò il venerabile, con la sua memoria prodigiosa – agli inizi del XX secolo affermava che ‘il «tramonto del mondo antico», lo abbiamo dinanzi agli occhi, mentre già oggi cominciamo a sentire in noi e intorno a noi i primi sintomi di un fenomeno del tutto simile quanto a decorso e a durata, il quale si manifesterà nei primi secoli del prossimo millennio, il «tramonto dell’Occidente»’. La sua profezia si sta avverando adesso: basta sostituire l’espressione «tramonto dell’Occidente» con «tramonto dell’Unione Galattica». Forse la ripresa della rivoluzione danista che cova sotto la cenere, sarà il catalizzatore che causerà la fine del paradosso di questa democrazia perenne ed immutabile.”

Distolsi lo sguardo dalla sua fronte che brillava come nei tipici momenti della percezione trascendentale dei Tessiti, ma feci comunque in tempo a scorgere i cenni di preoccupato assenso da parte dei militari presenti.

Nell’immagine successiva una fortunosa istantanea di Sciakham Udhrum, colto durante i momenti più vividi della percezione trascendentale.

Sciakham Udhrum, durante la percezione trascendentale

Testo, elaborazioni e rendering digitali di Enrico Smith.