Uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato secoli e secoli è l’atto più bello che si possa compiere.1
Elémire Zolla
Ora che si trovava all’interno della moschea, Ewen Collins ebbe qualche ripensamento. Nella sua vita le aveva provate tutte. Ogni strada l’aveva riportato sempre al medesimo luogo, e se avesse potuto fare un bilancio, avrebbe detto che ogni strada aveva rappresentato soltanto un giorno della sua vita, tante erano state le possibilità che gli erano state offerte. Ma lui aveva scelto sempre la più complicata.
Già, ma perché? Gli era parso che scegliere senza una regola, giorno per giorno, fosse il massimo della libertà. Almeno fino alle soglie della tarda maturità quando, ripensando alle tre persone che avevano lasciato un segno nella sua vita, aveva compreso che non tutto è così semplice. Purtroppo, però, Edward, Adam e Nadira li aveva incontrati in tempi in cui lui non si poteva ancora rendere conto di quanto avrebbero potuto significare per la sua esistenza. Certo un giorno li avrebbe ricordati tutti, e magari tutti insieme. Ma, forse, quando per lui sarebbe stato troppo tardi.
Ora, davanti alla visione del cielo, della vegetazione e dell’ansa del fiume illuminata dal sole, che si stagliavano attraverso il profilo delle aperture della costruzione, immaginò che quegli archi potessero simboleggiare le tre vie su cui periodicamente si era inoltrato: la via dell’avventura e del coraggio incosciente, la via della riflessione e della compassione, infine la via dell’amore; ma nessuna l’aveva portato più lontano di qualche mese di distacco. E dopo aveva ripreso la sua solita via: quella del denaro. Del molto denaro: quello ad alto rischio, ma anche ad alto profitto, che gli consentiva di accettare un incarico all’anno, esponendosi una volta sola e senza guardare in faccia nessuno; per poi ritornare nell’ombra di quell’anonimato, in cui lo cercavano inutilmente da anni tutte le agenzie di servizi segreti, da est a ovest. Fino all’incarico successivo, quando sarebbe ricomparso a pagamento da qualche altra parte del mondo. Con una gratifica ancora più consistente e con un nome sempre diverso, a causa dell’accanimento con cui ormai veniva ricercato da tanti, per la sua operatività fattasi troppo autonoma e implacabile.
Chi l’aveva contattato, qualche mese prima, questa volta era stato particolarmente accorto. Una voce registrata, artefatta con un algoritmo criptato, gli aveva comunicato la natura dell’incarico e l’entità della somma che avrebbe ricevuto, una volta portatolo a termine. In seguito c’erano state ulteriori intermediazioni anonime per l’accettazione, la definizione delle modalità di pagamento e dell’obiettivo. La cui individuazione e la conseguente eliminazione sarebbero state compito suo, come sempre. Proprio questa separazione tra committente e operatore, che non sempre da altri veniva rispettata, gli aveva garantito lunghi anni di sicurezza e anonimato.
Nella moschea era arrivato all’appuntamento finale: il bersaglio era un sadico tagliagole, che non faceva più comodo a nessuno e che adesso tutti volevano eliminare.
Quando i fedeli si prostrarono con la fronte a terra, anche lui lo fece; ma con la testa leggermente sollevata, per continuare a tenere d’occhio il soggetto che gli stava davanti, un po’ spostato sulla destra. La litania cantilenante continuava, e lui muoveva a vuoto le labbra per mimetizzarsi ancora meglio, affinché nessuno sospettasse della sua identità, nonostante la carnagione scura e l’abbigliamento più consono che si potesse indossare in quella terra di ferventi devoti. Fu dopo qualche attimo, che dalla figura dietro di lui provenne una frase, assolutamente non assimilabile ai versetti che tutti andavano recitando, anche perché veniva pronunciata in un perfetto inglese camuffato da arabo.
“No, Ewen. Lui ancora no. Chi ti parla è Adam, Adam Gabai. Ti ricordi di me? Finita la preghiera andiamo fuori.” Collins non si girò, ma agitò leggermente il piede destro, confidando che colui che gli aveva parlato interpretasse il movimento come un segno di assenso. Quando tutti si rimisero accosciati alla fine della devozione, lui si girò e riconobbe indubitabilmente la faccia dell’ebreo arabo Adam Gabai, agente del Mossad. Senza saperne il motivo, Collins si sentì sollevato, e la tensione che aveva accumulato negli ultimi giorni si dissolse improvvisamente nella consapevolezza di aver ritrovato un amico, e proprio in una circostanza che stava per diventare complicata.
“Adam, pensavo a te e a Nadira Tal, proprioqualche minuto fa. Che ci fa qui a Baghdad, uno come te? Devi uccidere qualcuno o vuoi essere ucciso tu?”. Queste parole Ewen le pronunciò felice, ma sottovoce, mentre usciti dalla moschea continuavano a seguire l’obiettivo che, evidentemente per strade diverse, li aveva condotti entrambi lì.
“Ewen, questa volta ti hanno fregato. L’uomo che stai cercando non è quello che credi, o almeno non lo è più.”
“Adam Gabai, tu sei sempre bene informato e so che posso fidarmi. Ma io che c’entro allora? Perché mi avrebbero contattato?”
“È la solita vecchia storia: tu uccidi lui e loro dopo ammazzano te.”
“Ma lui chi è davvero?”
“Lui è uno dei peggiori che girino da queste parti, ma è rimasto solo. Ora cerca un rifugio sicuro in mano nostra e noi siamo pronti a darglielo. In cambio però vogliamo che vuoti il sacco: lui sa quasi tutto di quello che è successo negli ultimi quindici anni in questo stramaledetto paese, e anche fuori. Diciamo che Mutasim, chiamiamolo così, da vivo può far tremare anche il Palazzo di Vetro. Ti sei chiesto perché mai stavolta da te non volevano una semplice eliminazione, ma un bell’imballaggio e una consegna in luogo sicuro, dove i mandanti interessati alla sopravvivenza del farabutto avrebbero potuto interrogarlo con calma, per poi casomai eliminarlo loro? Anche i ricatti a livello internazionale fruttano molti soldi e le informazioni estorte a quel demonio possono valere una fortuna. Non solo in Occidente, ma anche in Oriente.”
“Ma voi come sapevate che proprio io ero sulle sue tracce?”
“Il Mossad voleva a tutti i costi che Mutasim rimanesse vivo, fintantoché non fosse stato in Israele e avesse cominciato a parlare. Sapevamo che qualcuno, non sappiamo chi, aveva sguinzagliato un cacciatore, uno solo, sulle sue tracce e io e Nadira, conoscendoti, abbiamo indovinato che non potesse essere altri che te, quel campione. Solo che stavolta, dopo Mutasim, avrebbero fatto fuori anche te. Così noi del Mossad, per risparmiare un terrorista sanguinario che ci serve, stavolta abbiamo dovuto anche salvare un dannato cane sciolto, che è amico nostro e che in più ci potrà fornire indizi su chi stia dietro questa porcheria.” Adam rivolse a Collins un sorriso ironico.
“Nadira Tal ti ha aiutato?”
“Certo, lei più di tutti. Per lei si trattava di una questione, diciamo così, personale.”
“Come sta?”
“Sta bene e ti aspetta, appena fuori il confine. Non vede l’ora di riabbracciarti.”
“E di Mutasim che ne facciamo?”
“Lascialo a me. Continuo a seguirlo e poi faccio io l’imballaggio e il trasporto, al momento opportuno. Non ti preoccupare, non agisco da solo.”
“No, non mi preoccupo. Soltanto una cosa: chi mi dà il premio di consolazione?”
“Non lo sai che noi siamo ricchi? Sarà una bella consolazione, la tua, caro il mio Ewen Collins! Adesso svolta per il primo vicolo a destra. In fondo c’è un Hummer blindato che ti aspetta.”
“Grazie, Adam. Ti abbraccerò forte quando ci rivedremo, una volta o l’altra, insieme con Nadira.”
Adam gli fece un cenno affermativo con la testa, e a Ewen sembrò che avesse gli occhi umidi. Si voltò e si infilò nel vicolo a destra. Da quando aveva lasciato la moschea, gli pareva di essere uscito da quello spazio opprimente che su di lui avevano incurvato anni e anni di vita sbagliata. Era stato l’atto più bello che avesse potuto compiere.
Edward, Adam e Nadira erano stati gli unici amici che, in situazioni e tempi diversi, gli avevano indicato le tre vie. Ora lui ne aveva scoperta una quarta che li avrebbe riuniti tutti insieme, e quando sarebbe stato il momento le avrebbe dato anche un nome. Adesso non ne era ancora capace.
Un nome. Il pensiero gli attraversò la mente, raggelandolo. Quale nome? Come faceva Adam a conoscere il suo vero nome? Negli anni della collaborazione con Adam e Nadira, lui aveva sempre usato un altro nome dentro il Mossad. Il solo a sapere quello vero era l’agente Edward Barnes, che Ewen aveva conosciuto quando per due anni aveva lavorato nella CIA, ma molto tempo prima. Lui era certo che Edward, Adam e Nadira non si erano mai frequentati tra loro. Quindi Barnes avrebbe potuto comunicare a loro il suo vero nome, solo se gli fosse stato richiesto di collaborare. E allora, perché proprio adesso una cooperazione tra CIA e Mossad, che aveva per oggetto la sua persona?
Ewen fece ancora qualche altro passo, poi si bloccò fissando il blindato in fondo alla via.
A meno che il vero obiettivo della missione non fosse stato quel terrorista, che forse non era mai esistito, ma egli stesso. Avevano dato al gatto un sorcio da braccare, perché nella trappola ci andasse a finire proprio il gatto. Per lui fu un ragionamento facile da fare, ma non ebbe neanche il tempo di provare un brivido di sconforto o di rabbia.
L’esplosione dell’Hummer fu talmente potente che, oltre a smembrare il suo corpo, sbriciolò i muri dei due isolati che ancora lo separavano dalla fine della strada.
Così, immediatamente prima di morire, Ewen ricordò Edward, Adam e Nadira e scoprì la quarta via che li aveva riuniti tutti insieme: con un solo istante in più, sarebbe stato capace anche di darle un nome. Ma il tempo non gli fu sufficiente.
Enrico Smith
31 ottobre 2014
1Da Uscite dal mondo, Adelphi, Milano, 1992, p. 15.
Il racconto è stato ispirato dalla fotografia “RUN#06” di Eugenio Smith
THE FORTH WAY
Leave the space that the centuries have shaped on us, it is the most beautiful act that we can do – Elémire Zolla
While he was inside the mosque, Ewen Collins reflected on his existence. Life had given him many possibilities, as if they represented different ways to go. He tried all of them, but he chose always the worst. Every way had always returned him to the same place and if he could make a balance, he would say that every way would have been a single and specific day of his life.
Alright, but why? In his opinion, living without rules day by day, it seemed to him the best form of freedom. It was like this until the beginning of the late maturity, wheb thinking of the three person that left a mark in his life, he realized that nothing is so simple.
Unfortunately, when he met Edward, Adam and Nadine he didn’t understand the relevance of them in his life. Surely, one day he would remember all of them, and probably all together, but maybe it would be already late for him.
Now in front of the view of the sky, of the vegetation and of the loop of the river lit by the sun stand out through the windows of the building, he imagined that these arcs could symbolize the ways in which he was regularly penetrated: the way of adventure and irresponsible courage, the way of reflection and pity, and at least the way of love. None of these pathways had turned him away for a long time from the favourite choice: the way of money.
He liked a lot earn money, even so risky, but with high profit. He could accept one big duty each year, in order to be exposed only once to the risk to be catched by the secret services, without regard for anyone. At the end he could return to his ordinary life until the next duty, when he reappeared in payment in some other part of the world.
In this new position he would earn more money and a different identity to counter the fury with which he was sought after for years.
Who has contacted him, few months before payed attention to hide his identity. He was called by a recorded voice, modified by an algorithm, that told him the duty to be performed and the amount he would receive at the end of the operation. Later there were more anonymous intermediations for the acceptance and establishment of the terms of payment. As usual, it was his job to identify and eliminate the objective. This separation between agent and executor, which was not always respected, had guaranteed to him many years of security and anonymity.
Inside the mosque, he met his last victim: a sadistic murderess, which was not useful to none and now everyone wanted to eliminate.
When the faithfuls bowed their forehead down, he did the same movement, but he remained with his head slightly raised in order to keep under control the victim, that was in front of him, a bit far on the right. The slowly litany was continuing, and he moved without sense his lips to blend even better, so that no one could susspect his identity, even if he had a dark skin and was wearing very appropriate dress for thet place of fervent devotees. After few moments, he heard from the person behind him, a sentence that was not accorded with the verses of the Koran and it was pronounce in a perfect english disguised in arabic.
“Don’t do it, Ewen. Not him and not now. Who speaks to you is Adam, Adam Gabai. Do you remember me? We’ll meet outside, at the end of the prayer.” Collins didn’t turn around, but waved slightly his right foot, trusting that the one who had spoken before, interpreted the movement as a sign of approval. When everyone sat on the floor at the end of devotional service, he turned and recognized clearly the face of the jewish arabian Adam Gabai, Mossad Agent. Collins was relieved, without knowing the real reason, and the tension that had built up over during last few days vanished, when he realized that he had found his friend, and just in a situation that was becoming problematic.
“I’m just thinking about you and Nadira Tal, just few minutes ago. What are you doing here in Bagdad, someone like you? You have to kill someone or you have to be killed? Ewen spoke with a low voice but happy, while leaving the mosque, they continued to follow the goal, that even if through different paths led both of them in the same place.
“Ewen , you were cheated. The man you are looking for is not what you think, or at least not anymore.”
“Adam Gabai, I know that you are always well informed and I can trust you. But what I have to do? Why the y would have contacted me?”
“It’s always the same story: you have to kill him, and then they kill you.”
“But who is he in reality?”
“He is one the worst, but now he is alone. Now he is looking for a safe haven by us and we are ready to give it to him. But in return, we want that he tell everything to us. He knows almost everything about what happened in the last fifteen years in this goddamn country, and even outside.
If Mutasim, let’s call him like this, remain alive, he can even terrify the Glass Palace. Have you ever wondered why this time they didn’t ask you just a simple removal, but a nice packing and a delivery in a safe place? Where the mandatory could quietly make some question to the scoundrel and just in case eliminate him. The international blackmail make earn a lot of moneyand above all the informations revealed from this evil man. Not only in the West, but also in the East.”
“How did you know I was on his trail?”
“The Mossad wanted Mutasim alive in any case, as long as he wasn’t arrive in Israel, where they could finally questioning. We knew that there was someone who was looking for him, but we did not know the mandatory. There was a hunter who followed him, just one, and me and Nadira guessed that he could be just you, but this time, after Mutassim, they would have killed you too. For this reason, the Mossad had to save a damned killer like you, in order to catch the bloody terrorist. WE could have some interesting informations from both of you.”
Adam smiled in a wrily way to Collins.
“Did Nadia help you?”
“Of course, she helped me much more than the other.
Let’s say, it was a personal matter for her.”
“How is she?”
“She is ok and she’s waiting for you, just outside the border. She can not wait to hug you.”
“And what about Mutassim?”
“It’s not your business. I continue to follow him and at the right moment, I will pack and transfer him. Don’t be afraid, I’m not alone.”
“I’m not afraid, but who’ll give me the consolation prize?”
“You know that, we are not wealthy people? Dear Ewen Collins, you will have a nice consolation! Now, you have to turn on the first alley on the right. At the end of the street, you’ll find a Hummer that it’s waiting for you.”
“Thanks a lot, Adam. When we’ll meet again, I will hold you tight with Nadira.”
Adam nodded with his head, and it seemed to Ewen he had tears in his eyes. He turned and walked into the alley to the right. Since he had left the mosque, he seemed to have come out from the overwhelming space due to years of bad actions. It could represented the best choice in his life.
Edward, Adam and Nadira were the only friends, that in different moments and situations, had shown to him the three ways. Now he found the forth one, that would join them all together. He would give it a name, at that moment he was not able.
A name. This thought across his mind, immediately he was scaring. Which name? How could Adam know his real name? During the collaboration with Adam and Nadira, in the Mossad he always used another name. Just the agent Edwad Barnes could know the real name. He met him a long time ago, when he worked for two years in the CIA. Surely Edward, Adam e Nadira never met. Probably Barnes could tell them his real name, just in case of a collaboration. But, why wanted Mossad and CIA make a cooperation at this moment to investigate on him?
Ewen took few steps staring at the armored car at the end of the street.
Unless the real goal of the mission was not the terrorist, who perhaps had never existed, but himself. Thay had given to the cat a mouse to hunt, because at the end the cat would fall in the trap. It was an easy argument for him, but he did not have even the time to get a thrill of despair and anger .
The hummer’s explosion was so powerful that dismembered his body and crumbled the walls of the two blocks that still separated him from the end of the road.
Thus, immediately before his death, Ewen remembered Edward, Adam and Nadira and discovered the fourth way in which they found themself gathered. One moment more and he would be able to give a name to it. Unfortunately the time was not enough.
Enrico Smith
The story was inspired by photograph “RUN#06” by Eugenio Smith
Translation by Laura Notari