Il Ritorno del Luogotenente Sandez e del Capitano Lazarus O’Bannon Smith (2614)

Una ricomparsa inattesa.

Il ritorno del Luogotenente Sandez e del Capitano Lazarus O’Bannon Smith nel 2614, ebbe del miracoloso a sette anni dalla loro sparizione.

Già dal XXVI secolo si erano moltiplicate le esplorazioni spaziali ad amplissimo raggio, volte a ricercare nuove specie e pianeti nelle galassie ai confini dell’Universo allora conosciuto, per favorire la scoperta e lo sfruttamento di materie prime essenziali ai veloci sviluppi della scienza e della tecnica degli ultimi due secoli, ma rare nei sistemi stellari più vicini.

In tali viaggi – finanziati da Monarchi e Governatori di Leghe ed Alleanze diverse, spesso federati fra loro ma altrettanto spesso rivali e senza scrupoli, fino a dichiararsi guerre ben mirate tra costi e benefici – gli esploratori che più si distinsero furono comandanti militari ed armatori indipendenti. Io ne conobbi personalmente qualcuno per motivi professionali.

Alcuni, come l’armatore Fletcher Gordon, gli esoantropologi Martin Digger e Wollendy Vogel, il Luogotenente Sandez ed il Capitano Lazarus O’Bannon Smith, mi onorarono anche della loro amicizia e confidenza, consolidatesi nel corso di ripetute esplorazioni.

Proprio degli ultimi due si persero le tracce nel 2607, allorché la loro nave interruppe ogni comunicazione durante una missione sul pianeta denominato BOX 18X, ricordato poi come ‘Il Pianeta dell’Ignoto’ per la vicenda misteriosa di cui fu teatro.

Dopo alcuni anni i due, con parte dell’equipaggio, fecero inaspettato ritorno traghettati su Terra Magistra dall’astronave di una specie aliena, della cui origine però essi non fecero mai parola, rispettando la solenne promessa fatta ai capi di quella razza che intendeva rimanere assolutamente sconosciuta e isolata dal resto delle popolazioni galattiche. All’inchiesta che seguì, Sandez e O’Bannon si rifiutarono anche di chiarire i dettagli del disastro connessi all’incontro con quella specie estranea, invocando il segreto militare.

Dopo il ritorno, il Luogotenente e il Capitano apparvero a lungo turbati ed inquieti. Per questo, accompagnandoli in una missione successiva, io mi azzardai a chiedere a O’Bannon il perché di tale comportamento.

“Non si tratta di comportamento, mio caro amico,” mi spiegò con garbo il Capitano, “si tratta piuttosto di uno stato d’animo.” Poi continuò: “Vede, il Luogotenente ed io – e dicendo ciò fece un cenno verso Sandez presente, che assentì – nel corso della nostra disavventura forse abbiamo visto troppo.”

“Sia più chiaro, Capitano. Cosa possono aver mai visto di troppo due persone come voi, abituate a viaggiare tra le Galassie?” chiesi io.

“Il problema è il ritorno”, rispose Lazarus. “Ha presente il mito tramandatoci dell’incontro di Odisseo con le Sirene? Neanche lui riuscì a dimenticarle: pur incatenatosi all’albero della nave, il loro canto se lo portò dentro per sempre. Nonostante si torni, non ci si riprende mai più dall’incontro con l’Ignoto.”

“Tuttavia, mi piacerebbe stare sempre in viaggio come voi!”, esclamai.

“Io credo che lei, Henry, viaggi più di tutti noi. E senza rimpianti, perché l’occhio dietro ad una fotocamera può guardare immaginando anche senza vedere, mentre quello di un esploratore deve per forza ‘vedere’. Lei vuole viaggiare? È un desiderio di tanti, ma poi molti se ne pentono.”

“E perché mai?”, domandai incuriosito.

“Perché dall’Ignoto non si fa mai ritorno del tutto. L’esploratore lascia nell’infinito un pezzo di sé in ascolto dell’Insoluto, ma senza risposta. Una risposta che all’inizio del viaggio appariva così a portata di mano… Coloro che ritornano sembrano quelli di prima, ma non lo sono più.”

Nell’immagine l’astronave aliena, eccezionalmente fotografata ancora scintillante di scorie d’energia sospesa, dopo aver effettuato il “Varco”. Essa riportò su Terra Magistra il Luogotenente Sandez e il Capitano Lazarus O’Bannon Smith rimasti dispersi per lunghi anni, dileguandosi subito dopo.

Astronave aliena

Testo, elaborazioni e rendering digitali di Enrico Smith.