Cosa ci facevo sulla Luna alla fine del XXI secolo? (2093)

Cosa ci facevo sulla Luna alla fine del XXI secolo?

A partire dalla seconda metà del XXI secolo, nei laboratori di ricerca situati sulla Luna ed in orbita intorno ad essa si fecero scoperte scientifiche che, insieme ad altri importanti progressi, posero le basi per un considerevole allungamento della vita umana.

In uno di essi in particolare, il Life Horizon Laboratory, alcuni scienziati lavoravano a rivoluzionari esperimenti sulle cellule staminali e sul DNA ricombinante; questo almeno è ciò che riuscii a comprendere di tutto quello che venne reso pubblico. Il risultato più clamoroso di tali ricerche fu un aumento graduale della durata e della qualità dell’esistenza, che a partire dal XXIII secolo si avviò a raggiungere potenzialmente l’immortalità. La fine veniva decisa dal soggetto stesso mediante auto-soppressione legale, dopo secoli di maturità priva di decrepitezza.

Le motivazioni psicologiche che porterebbero l’individuo alla decisione di morire sono ancora oggi tutte da accertare; la maggior parte degli psicosociologi parla di noia da sfinimento emotivo, soprattutto per chi anelerebbe a tornare a vivere in un passato sempre più lontano e mitico. Costoro infatti, non riuscendo più ad avere un’univoca storia individuale o il senso d’un racconto personale per l’interminabile memoria che hanno alle spalle, né alcuna fede religiosa o illusione nel futuro, preferiscono farla finita in genere prima dei sette-ottocento anni.

A partire dal 2030 per andare sulla Luna furono utilizzate le astronavi della generazione Moonship che, con gli equilibratori geostazionari situati sulla punta delle ali e gli acceleratori quantici, resero inutili le lunghe soste delle orbite stazionarie intorno al nostro satellite. Dal sesto decennio del secolo, poi, con la scoperta e l’utilizzo dei motori a trascinamento pluridimensionale montati già sulle Moonship della serie XI, andare e tornare dalla Luna divenne velocissimo, quasi istantaneo.

Con la Moonship-XV nel 2093, insieme al mio amico eso-antropologo Martin Digger, mi recai alla stazione extra-lunare Horizon, per documentare uno dei fondamentali esperimenti riguardanti il prolungamento della vita umana. In quei laboratori ritrovai o feci la conoscenza di scienziati e comandanti coi quali poi instaurai un rapporto professionale e d’amicizia, come l’armatore Fletcher Gordon esobiologo chimico, Wollendy Vogel psico-antropologo e l’allora giovane capitano navigatore Lazarus O’Bannon Smith, laureato in fisica cosmologica e filosofia.

Nella foto l’avvicinamento della Moonship XV alla stazione del Life Horizon Laboratory.

L’avvicinamento della Moonship XV alla stazione del Life Horizon Laboratory

Testo, elaborazioni e rendering digitali di Enrico Smith.