Bagliori
Bagliori Notturni
L’oceano si stendeva scuro a perdita d’occhio davanti a Leila, appoggiata sul bordo della balaustra di legno. Quella notte il mare davanti alla costa di San Juan era stranamente gonfio e agitato come quasi mai lo era, con i bagliori dei riflessi lunari particolarmente animati e scintillanti.
Meno di un’ora prima lei era scappata precipitosamente dalla discoteca quando aveva capito che ormai l’esibizione del suo corpo non sarebbe bastata più a salvarla. Lungo i vicoli della città vecchia aveva seminato i suoi inseguitori i quali, quando era ancora all’interno del locale, non avevano intuito le sue reali intenzioni e avevano reagito troppo lentamente. Ancora si chiedeva come poteva esserci riuscita.
Dopo il suo numero era andata immediatamente in camerino, si era tolta il perizoma e i copricapezzoli; poi aveva afferrato il vestito nero attaccato dietro la porta indossandolo in fretta ed era scappata di corsa in mezzo alle sedie rimaste vuote davanti al banco del bar, cercando di fare il minor fracasso possibile. Poi, sfruttando la sorpresa e lo sbigottimento delle guardie del corpo di Drago che dovevano sorvegliarla durante lo spettacolo, aveva attraversato di volata l’intero salone e si era lanciata verso l’uscita posteriore.
Aveva spalancato la porta con una spallata, buttandosi letteralmente in mezzo alla strada buia. Poche macchine erano in giro a quell’ora e i conducenti non avrebbero badato troppo a una figura di donna che si buttava in mezzo a un vicolo, inseguita da chissà chi e con quali intenzioni. Svoltato l’angolo, dopo pochi metri si era inginocchiata prelevando, da sotto una pila di casse vuote appoggiate al muro del locale, una busta gialla. Se l’era infilata sotto la gonna attillata e, trattenendola con la mano sinistra premuta sul ventre, si era messa a correre a perdifiato proprio mentre gli scagnozzi del capo varcavano sbraitando la soglia dell’uscita di servizio decisi a riagguantarla, e la figura di un uomo emergeva dal cono d’ombra dell’edificio di fronte.
La corsa affannosa l’aveva portata sulla sommità del promontorio occidentale, proprio in quella parte della costa portoricana dove poteva sperare di trovare qualche aiuto da parte della popolazione, che non aveva mai visto di buon occhio Drago e i suoi brutali metodi di convincimento esercitati col tacito accordo di un’amministrazione politica corrotta. La temperatura era mite e lo striminzito vestito da ballo proteggeva la sua pelle completamente nuda abbastanza bene dal rigore della notte, quando a San Juan si alzava una brezza leggera ma fastidiosa.
Bagliori Di Fari
Fu da lì che, dopo una ventina di minuti, vide spuntare dal tornante della salita il bagliore dei fari di un’automobile che si avvicinava alla piazzola scoscesa dove lei si trovava. Impaurita Leila lasciò il parapetto e si accoccolò dietro un masso sporgente tra il bordo del promontorio e la strada, bloccando col gomito la busta gialla sulle cosce, mentre con l’altra mano afferrava un sasso appuntito dalla parete del masso.
La macchina si fermò proprio davanti a lei che si rannicchiò il più possibile, trattenendo il fiato. Per un attimo aveva sperato che l’auto ripartisse e invece con disperazione ascoltò spegnersi il motore, uno sportello aprirsi e subito dopo un rumore di passi sul pietrisco del ciglio della strada, mentre una voce maschile diceva imperiosa ma senza alcun tono di minaccia: «So che è lì da qualche parte, Leila Bloom. Non faccia sciocchezze. Voglio solo quella busta e poi la lascerò andare.»
Dietro il masso Leila non emetteva suono, immobile, chiedendosi come facesse quel tizio a sapere il suo vero nome.
«Io mi chiamo Peter Lohan. Ho raccolto informazioni sul suo conto e so che è in possesso di qualcosa che costituisce almeno il cinquanta per cento dei motivi per cui sono venuto a Portorico», proseguì l’uomo. «Non credo che qui a San Juan qualcuno abbia mai udito il mio nome e men che meno il soprannome con cui sono conosciuto nell’ambiente. Diciamo che mi occupo di recupero crediti, e qualche volta con la scusa raddrizzo pure qualche situazione storta. Ultimamente, almeno.»
L’uomo fece una pausa e poi riprese con lo stesso tono di prima, ma con una marcata sfumatura di urgenza: «Ora lancerò qualcosa al di là del masso. Se è lì dietro, come immagino, lo raccolga, lo apra e guardi cosa c’è dentro. Non si impressioni del contenuto. Se si sarà convinta, esca fuori e parleremo. Ma faccia presto perché la storia non è ancora finita.»
Leila udì un piccolo tonfo dietro le sue spalle. Si voltò e vide dietro di sé un piccolo involto di tela scura. Senza fare il minimo rumore con la mano libera lasciò il sasso appuntito e, allungando il braccio, arrivò ad afferrare un lembo della stoffa. La tirò a sé e sentì che era umida e appiccicosa. Srotolò con un colpetto l’involto e, alla luce della luna, notò all’interno di un fazzoletto intriso di sangue, un grasso dito anulare troncato di netto e infilato in un mastodontico anello dalla inconfondibile decorazione. Non aveva ancora finito di tirare un sospiro di sollievo, che dall’altra parte del masso sentì dire: «Il resto a cui era attaccato il dito ha fatto una brutta fine, e questo credo che le farà piacere. Ma qualcuno dei suoi tirapiedi ci sta ancora cercando. Me, e soprattutto lei. Credo che non abbia scelta e le convenga venirmi dietro.»
Leila, che aveva riconosciuto l’anello di Drago che tante volte l’aveva pestata a sangue, non se lo fece dire due volte. «L’anello lo rivuole indietro da solo, o con tutto il dito?» chiese in tono beffardo, facendo alcuni passi a lato del masso ed ergendosi in tutta la sua figura slanciata con le gambe leggermente divaricate. La donna in una mano stringeva un sasso appuntito e nell’altra una busta gialla, ma Peter Lohan notò anche che era davvero molto bella con i lunghi capelli neri mossi dal vento e la carnagione ambrata, nonostante le disavventure della notte e il vestito un po’ sgualcito.
«Con il contenuto di quella busta potrò ricomprarne mille di quegli anelli», disse l’uomo. «Adesso salga subito in macchina. Dobbiamo filarcela. I gorilla che erano dentro la discoteca non sono più un problema. Mi preoccupano quelli che non stavano nel fortilizio di Drago quando sono passato a trovarlo prima del suo spettacolo e che sono ancora vivi. Saranno tre o quattro, ma sono infuriati perché ho tirato il collo alla loro gallina dalle uova d’oro». Lohan, mentre pronunciava queste parole, le fece segno di avvicinarsi e aprì lo sportello.
Quando Leila Bloom si accomodò sul sedile non poté fare a meno di pensare che nessun uomo prima di allora le aveva usato quella cortesia. E Peter Lohan pensò di non aver mai visto delle gambe così attraenti.
Bagliori Nel Fortilizio
«Non lascio mai le cose a metà», disse Lohan mentre a velocità sostenuta procedevano verso la collinetta che sovrastava la parte nuova della città. «Mi sto dirigendo verso il rifugio di Drago. I suoi tirapiedi non si aspettano che ritorni proprio in bocca a loro. Ma sono pochi, la costruzione è grande e non riusciranno a stanarmi prima che li abbia eliminati uno ad uno. Se la sente di darmi una mano? Dovrà solo rimanere al volante dell’auto, col motore acceso. Mi sembra una persona decisa e con forti, diciamo così, motivazioni.»
«Quando sarà giorno fatto, vorrò essere soprattutto una persona totalmente libera. Conti pure su di me», disse Leila guardando Lohan con espressione risoluta.
Il fortilizio di Drago aveva la forma di una piramide a gradini, i cui piani di cemento armato erano ravvicinati fra loro per aumentarne l’inespugnabilità. Ora, alle prime luci dell’alba, si stagliava su di loro come una minacciosa creatura preistorica, mentre con l’auto si avvicinavano su per i tornanti all’ingresso secondario che Lohan aveva già violato la sera precedente, mettendo fuori uso tutte le telecamere di sorveglianza. Quell’ingresso gli sarebbe ancora servito per penetrare all’interno, sorprendendo gli ultimi seguaci del capo.
«Vedrà Leila, non mi ci vorrà molto» disse Lohan alla donna che lo guardava con apprensione, non appena ebbe fermato l’auto nelle immediate vicinanze della costruzione.
«Quando mi sarò avviato si metta al volante per riprendermi al ritorno; non si muova per venirmi incontro e non abbia paura» proseguì l’uomo, sfiorandole una guancia. «Nella mia pistola ci sono quindici colpi. Sono tutte pallottole al mercurio che non lasciano scampo. Pure se non colpiscono organi vitali fanno scempio del bersaglio. Ma io ho un’ottima mira, anche in situazioni di particolare intensità emotiva. Per tre o quattro criminali fuori di testa tutte quelle munizioni saranno più che sufficienti. Così, a giudicare da quanto sono venuto a sapere a proposito di Leila Bloom da tutti i rospi che ho fatto sputare a Drago mentre lo mutilavo, anche lei avrà la sua vendetta nei confronti dei suoi carnefici. Per tutte le sofferenze e le umiliazioni che le hanno inflitto negli ultimi tempi.»
«Grazie, Peter. Qui a Portorico non sono la sola a subire certe cose, ma almeno io sono stata fortunata ad averla incontrata. L’aspetterò», seppe solo dire la donna con un sorriso.
Lohan ricambiò il sorriso e con la mano chiusa a pugno le diede un paio di colpetti d’incitamento sulla coscia. «Stia sicura, anche lei ce la farà. Comunque vada!» la incoraggiò. Poi distolse lo sguardo da lei, aprì lo sportello e discese dall’auto impugnando deciso la pistola.
Leila, spostatasi alla guida dell’auto ferma sul ciglio di un viottolo, contemplò la figura snella e affascinante di Peter allontanarsi e inoltrarsi sul vialetto verso l’entrata. Quando l’uomo voltò per la curva a destra prima dell’ingresso, circondata da enormi cespugli esotici, lei non lo vide più. Però il leggero sibilo del motore al minimo le permetteva comunque di percepire e identificare ogni rumore proveniente da quell’edificio, che lei conosceva bene per essere stata costretta a passarvi lunghi periodi, non sempre in piena autonomia e in perfetta salute. Ma gli ultimi giorni di segregazione le avevano consentito almeno di raccogliere quelle prove dell’attività criminale di Drago, che anche Lohan, assoldato da chissà chi, era venuto a cercare nel rifugio del boss senza trovarle. Evidentemente i rantoli dell’ultima confessione di Drago avevano messo Peter sulle sue tracce, contribuendo a salvarla.
Una serie di colpi e di urla soffocate la distolse dopo alcuni minuti da quelle riflessioni e la riportò alla realtà. Se da quella curva fosse spuntato l’uomo giusto, per lei forse la vita sarebbe cambiata in meglio. Ma se non fosse stato così, al volante di quell’auto e con quella busta gialla sul sedile posteriore, avrebbe potuto sfuggire alla polizia corrotta di San Juan e mettersi in contatto con qualche funzionario onesto delle province vicine interessato a contrastare gli affari criminali di Drago, sperando in una forma di salvacondotto per aver favorito il compimento della giustizia.
Dopo alcuni interminabili minuti, Leila vide qualcuno compiere a ritroso la via che Peter aveva percorso per entrare nel bunker di Drago. Lì per lì non lo riconobbe perché l’uomo correva e i cespugli lungo il cammino ne ostacolavano la visione completa. Poi con sollievo si rese conto che era lui. Avanzava chinato in avanti e per questo pensò che potesse essere ferito. Allora la donna disubbidì alle disposizioni che Lohan le aveva dato: ingranò la marcia e partì a razzo per andargli incontro. Lo vide agitare le braccia verso di lei facendo segno di fermarsi, ma lei continuò per farlo risalire in auto il prima possibile. Nel momento in cui un colpo fece andare in frantumi il vetro laterale con un frastuono assordante, Leila capì di aver commesso una stupidaggine. Solo allora realizzò che Peter non stava correndo verso di lei, ma stava avanzando in campo aperto per costringere l’ultimo aguzzino a scoprirsi. Ma ormai era tardi e ambedue erano sotto tiro: lei prigioniera nell’auto e Peter che, pericolosamente allo scoperto, aveva perso di vista la sagoma del cecchino.
Leila Bloom comprese che l’unica speranza rimasta era quella di rischiare di nuovo la vita, per consentire a Lohan di inquadrare un’altra volta nel mirino della sua pistola il maledetto sparatore. Senza pensarci troppo ripartì accelerando verso Peter. Il cecchino cadde nella trappola: invece di sparare a Lohan, messosi fortunosamente al riparo dietro un grosso vaso, si sporse dal parapetto del primo piano della fortezza per colpire ancora l’auto, non potendo immaginare che dentro c’era soltanto una donna disarmata.
Leila aveva già abbassato istintivamente tutto il busto e la testa sotto il cruscotto, mentre con le mani alzate reggeva forte il volante e dava un colpo d’acceleratore, guidando alla cieca: questo le salvò la vita. Il proiettile forò il parabrezza, ma fuoriuscì innocuo dal lunotto posteriore senza neanche sfiorarla. Quasi in contemporanea col fracasso dei vetri infranti, Leila aveva riconosciuto distintamente il rumore di un secondo colpo d’arma da fuoco e quello di un corpo che precipitava urlando, schiantandosi al suolo. Stette per qualche secondo ancora con il capo chinato e le mani sul volante, riprendendo fiato. Lentamente poi riaprì gli occhi e sollevò piano la testa allorché sentì Peter correre verso l’automobile e la sua voce angosciata urlare: «Leila! Leila Bloom! Come stai? È tutto finito, esci fuori!». Non fece in tempo ad aprire lo sportello che già Lohan l’aveva afferrata e tirata fuori dall’abitacolo, abbracciandola. «Leila! Grazie al cielo, è illesa. La prima volta che mi ha disubbidito mi ha fatto correre un grosso rischio, ma la seconda mi ha salvato la vita, a prezzo di giocarsi la sua. Non lo dimenticherò», le disse con un tono di voce che tornava ad essere distaccato e sicuro di sé.
«Che fai, ricominci a darmi del lei?» chiese Leila Bloom, ricambiando con trasporto l’abbraccio.
Bagliori A Mezzogiorno
L’automobile non era troppo danneggiata e si sarebbe potuta ancora guidare. Quindi, alla luce del sole ormai alto, Lohan si era rimesso al volante per allontanarsi rapidamente dalla zona del massacro. «La polizia starà sulle nostre tracce ancora per un paio di giorni», spiegò l’uomo per tranquillizzare del tutto Leila. «Ma poi chi prenderà il posto di Drago nei loro portafogli, farà mettere tutto a tacere e imporrà di non cercarci più. E loro ubbidiranno. Noi spariremo per un po’ dalla circolazione, presso l’indirizzo sicuro di qualcuno dei miei contatti qui a Portorico. Avevo prenotato per uno, ma non faranno storie se saremo in due. Soprattutto constatando che l’altro è una donna coraggiosa come te», proseguì Peter sorridendo e guardandola.
Leila ricambiò amichevole lo sguardo e gli chiese: «E poi tu che farai?»
«Beh, dopo la spartizione del ricavato dalla consegna di quella busta a chi di dovere, tu ed io vivremo bene per lo meno per altri due anni.»
«Dopo, intendevo» insisté la donna.
« A me il lavoro non manca. Ho occasioni d’affari in tutto il mondo. Il mio genere di prodotto non va mai in crisi.»
«Hai mai pensato di smettere?» chiese Leila con una sfumatura di attesa.
Lohan fece una pausa guardando assorto la strada, poi disse: «Solo una volta: due anni fa, a Parigi. Capii che mi avevano affibbiato un prodotto che non meritava di essere acquistato. Così lo lasciai stare, e senza alcun reclamo da parte mia che avrebbe potuto far rintracciare l’articolo. Ma questo è il mio lavoro. So fare solo questo e continuerò.»
Leila meditò sull’ultima frase di Lohan e poi disse: «Quando all’inizio di questa storia ci siamo incontrati, io ero terrorizzata al riparo d’una roccia, a un passo dal farla finita. Tu ti sei presentato col tuo nome per rassicurarmi, visto che conoscevi benissimo il mio. Mi hai detto però che avevi un soprannome. Qual’è? Me lo puoi dire adesso?»
«Nell’ambiente mi conoscono come Giallo di Cadmio.»
«È bello. È il nome di un colore. Perché?»
«Sì, la puoi mettere anche così. Ma il motivo è che molti hanno sperimentato quanto io possa essere tossico, come il cadmio. E poi ho origini orientali.»
Leila guardò più attentamente il viso dell’uomo e notò il taglio obliquo degli occhi, i capelli corvini e la carnagione pallida.
«Tu, invece, che farai?» chiese Peter a Leila, manifestando la volontà di cambiare argomento.
«Mentre ci dirigevamo verso il fortilizio di Drago ti dissi che quando sarebbe stato giorno fatto, avrei voluto essere soprattutto una persona totalmente libera. Ebbene, voglio mantenere la promessa. Adesso è mezzogiorno, e da questo momento in poi voglio essere una donna totalmente libera», rispose Leila Bloom con un sorriso indecifrabile sulle labbra, distogliendo gli occhi da quelli di Peter Lohan.
Enrico Smith
Il racconto è stato ispirato dalla visione delle opere di Eugenio Smith: RUN#13; RUN#11; RUN#09.
Glares
Night Glares
The dark ocean was stretching in front of Leila as far as the eye can see; she was resting on the edge of the wooden railing. That night the sea off the coast of San Juan was strangely swollen and rough, with flashes of sparkling lively lunar reflections.
Less than an hour before she had fled in haste from the nightclub when she had realized that, to that point, the show of his body wouldn’t have saved her any more. Along the dark alleys of the old city she had sown his pursuers, who hadn’t been able to anticipate her intentions and had reacted too slowly when still inside the club. She was still wondering how she could have succeeded in the escape.
After her performance, she had gone immediately to the dressing room, taking off her thong and nipple shields; then, she had grabbed her black dress hanging behind the door, put it on in a hurry and run among the empty chairs in front of the bar, trying to make as little noise as possible. Then, taking advantage of the surprise and dismay of Drago’s bodyguards, who had been watching her during the show, she had run across the lounge and rushed towards the rear door.
She had opened the door with her shoulder, literally throwing herself into the middle of the dark road. Few cars were on the street at that time and the drivers hadn’t noticed a woman who was hastening into a court, chased by who-knows-who and with-what-intentions ones. Turned the corner, after taking a few meters, she had knelt to pick up a yellow envelope under a pile of empty boxes leaning against the external wall of the nightclub. She had slipped it under her tight skirt and, holding it with her left hand pressed on her stomach, she had started racing at breakneck speed just as the boss’s henchmen had crossed the threshold of the rear door roaring, determined to fetch her, and the figure of a man had emerged from the shadow of the opposite building.
The long breathless race had taken her on the summit of the Western Cape, just in that part of the Puerto Rican coast where she could hope to find some help from the people, who had never accepted Drago and his brutal methods of persuasion exercised with the silent agreement of the corrupted political administration. The temperature was mild and the skimpy clothes protected her bare skin well enough from the cool of the night, when in San Juan a slight still annoying breeze was rising.
Glares of Headlights
It was from there that, after about twenty minutes, she saw, sprout from the bent, the glares of headlights approaching the steep pitch where she was standing. Scared, Leila left the parapet and crouched behind a rock protruding from the edge of the promontory and the road, blocking the yellow envelope with his elbow on his thigh, while she grabbed a sharp stone from the wall of rock with her other hand.
The car stopped right in front of her who curled up as much as possible, holding her breath. For a moment she had hoped that the car was leaving, but with her despair she listened to the engine shutting down, a door opening and, immediately after that, the sound of footsteps on the gravel of the roadside; a male voice said imperiously, but without a threatening tone: “I know you’re somewhere here, Leila Bloom. Do not do anything foolish. I just want that envelope, and I’ll let you go.”
Behind the boulder, Leila was motionless, making no sound, wondering how that guy knew his real name.
“My name is Peter Lohan. I got information about you and I know you have something that is at least fifty percent of the reasons why I came to Puerto Rico,” continued the man. “I do not think that here in San Juan anyone has ever heard my name before, even less my business nickname. Let’s say that I deal with debt collection, and sometimes, in the meantime, I fix some situation. Lately, at least.”
The man paused and then resumed with the same tone, but with a strong tinge of urgency: “Now I’ll throw something beyond the boulder. If you are there, as I imagine, pick it up, open it and look at what is inside it. Don’t be upset for the content. If you are convinced, come out and talk. But hurry up, because the story hasn’t been over yet.”
Leila heard a little thud behind her. She turned and saw behind her a small bundle in a black cloth. Without making a sound, with her free hand left the sharp rock, stretching her arm, came to grab a piece of the cloth. She pulled it to her and she felt it was wet and sticky. She unrolled the bundle and with a flick, in the moonlight, she saw a fat clean broken ring finger with a gigantic ring of an unmistakable decoration in a handkerchief soaked in blood. She has not breathed a sigh of relief yet, when on the other side of the boulder was told: “The rest this finger was attacked to came to a bad end, and I believe the news will please you. But some of his henchmen are still looking for us. Me and you, in particular. I think it has no choice: you’d better follow me.”
Leila, who had recognized Drago’s ring that had so often beaten and bruised, did not need to be told twice. “Do you want back only the ring, or the whole finger?” she asked in a mocking tone, making a few steps to the side of the boulder and rising up in all her slender figure, with her legs slightly apart. The woman clutched a sharp rock in one hand and in the other a yellow envelope, but Peter Lohan also noted that she was really very beautiful with her long hair blowing in the wind and her black amber complexion, despite the mishaps of the night and her crumpled dress.
“With the contents of that envelope, I’ll be able to buy thousand of those rings.” said the man. “Get immediately in the car. We must get away. The bodyguards of the club are no longer a problem. I am worried about those who were in Drago’s fortress when I went to visit him before your show; they are still alive. There should be three or four left, but they are furious because I pulled the neck to their goose that lays golden eggs.” Lohan, as he was uttering these words, invited her with a sign to come closer and opened the car door for her.
When Leila Bloom sat on the seat could not help but think that no man before had been so polite with her. And Peter Lohan thought he had never seen such attractive legs.
Glares in the Fortress
“I never leave things halfway” said Lohan and proceeded at high speed towards the hill that overlooked the newer part of town. “I’m heading for Drago’s refuge. His henchmen do not expect me to come back to them. But they are few, the building is big and they won’t be able to chase me up before I eliminate them one by one. Do you feel like giving me a hand? You only have to stay at the wheel of the car with the running engine. I think you are determined person with strong _let me say_ motivations.”
“When day is done, above all I want to be a totally free person. You can count on me.” said Leila, watching Lohan with an emphatic expression.
Drago’s fortress had the shape of a stepped pyramid, whose planes of reinforced concrete were close to each other to increase the impregnability. Now, at dawn, it loomed over them like a menacing prehistoric creature, while the car was approaching up the switchbacks to the side entrance that Lohan had already broken the previous evening, sabotaging all the surveillance cameras. This entrance would still serve to get inside, surprising the last followers of the boss.
“You’ll see, Leila, it won’t take long,” said Lohan to the woman who was watching him anxiously as soon as he stopped the car near the building.
“When I start, get behind the wheel to take me; do not move to meet me and do not be afraid.” continued the man, touching her cheek. “In my gun there are fifteen shots. They are all mercury bullets that leave no escape. Even if they don’t hit vital organs, they ravage the target. But I have a very good shot, even in situations of particular emotional intensity. For three or four criminals out of their mind all that ammo will be more than enough. So, according to what I learned about Leila Bloom from Drago getting off his chest while I was maiming him, you will finally have your revenge on your tormentors. For all the sufferings and humiliations that you were inflicted in recent times.”
“Thank you, Peter. Here in Puerto Rico I am not the only one to have suffered from such things, but at least I was lucky to have met you. I’ll wait” she could only say with a smile.
Lohan returned the smile and, the hand closed into a fist, gave her a couple of pats of encouragement on the thigh. “Be sure, you will do it. Whatever happens!” he encouraged her. Then he looked away from her, opened the door and get out of the car holding resolutely a gun.
Leila, behind the wheel on the side of a lane, looked at the slim and attractive Peter’s figure going away and advancing on the path towards the entrance. When the man turned the corner right before the entrance, surrounded by huge exotic shrubs, she couldn’t see him anymore. In spite of the slight hiss of the idling engine, she was able to perceive and identify any noise coming from that building which she knew to have been forced to spend long periods in, not always in complete autonomy and in perfect health. At least, the last days of segregation had allowed her to collect those evidences of Drago’s criminal activities that Lohan, hired by someone, had come to seek in the boss’s refuge without finding them. Evidently the rattle of Drago’s last confession had put Peter on her track, contributing to save her.
After some minutes a series of shots and screams turned her away from those thoughts and brought her back to reality. If the right man had come out from that corner, maybe her life would change for the better. But if it had not been like this_ behind the wheel of that car and with the yellow envelope on the back seat_ she could have escaped the corrupt police of San Juan and got in touch with some honest official in the neighbor counties interested in combating the criminal business of Drago, hoping for a form of safe-conduct for facilitating the realization of justice.
After several long minutes, Leila saw someone following back the way that Peter had walked to enter Drago’s bunker. At first she did not recognize him because the man was running and the bushes along the way hid him. Then he realized with relief that it was him. He was walking bent forward, and so she thought he could be hurt. Then the woman disobeyed the provisions that Lohan had given her: she clutched the gear and set off to meet him. She saw him waving his arms, commanding her to stop, but she continued to get him in the car as soon as possible. The very moment a shot shattered the side window with a deafening noise, Leila knew that she had been crazy. Only then she realized that Peter wasn’t running toward her, but he was moving forward in open field to force the last henchman to be discovered. But it was too late and both were under fire: she was captive in the car and Peter, dangerously exposed, had lost the sight of the sniper’s silhouette.
Leila Bloom realized that the only possibility left was to risk her life again, to allow Lohan to frame again the shooter in the sights of his gun. Without thinking too much, she speeded off again to Peter. The sniper fell into the trap: instead of shooting Lohan, luckily sheltered behind a large pot, he leaned over the parapet of the first floor of the fortress to hit the car, unaware that there was only an unarmed woman inside.
Leila had already lowered instinctively her trunk and head under the dash, while, with uplifted hands, she was holding the wheel; she gave a shot of accelerator, driving blindly: all these saved her life. The bullet pierced the windshield, but came out harmlessly through the rear window without even touching her. Almost simultaneously with the noise of breaking glass, Leila recognized distinctly the sound of a second gunshot and that of a body falling to the ground in a scream. She stood still for a few seconds with her head bowed and her hands on the wheel, getting her breath. Then slowly she opened her eyes and raised her head when she heard Peter running to the car and his anguished voice shouting: “Leila! Leila Bloom! How are you? It’s all over, get out of the car.” As soon as she opened the door, Lohan grabbed her and pulled her out of the cockpit, hugging her.
“Leila! Thankfully, you are safe. The first time you disobeyed I did run a big risk, but the second time you saved my life, risking yours. I won’t forget it” he said, with a tone of voice that came back to be formal, detached and self-confident.
“Aren’t we a bit more familiar?” asked Leila Bloom, returning the embrace with transport.
Glares at Noon
The car wasn’t too damaged and it could be still driven. So, in light of the sun, Lohan got behind the wheel to move away quickly from the area of the massacre. “The police will stay on our tracks for a couple of days” explained the man to calm down Leila. “But then the one replacing Drago in their wallets will put everything to rest and ask not to look for us anymore. And they’ll obey. We are going to disappear for a while, safely hiding at the address of one of my contacts here in Puerto Rico. I booked for one, but they won’t refuse two. Especially if the second is such a brave woman.” continued Peter, smiling and looking at her.
Leila returned the friendly gaze and asked, “And then, what are you going to do?”
“Well, after the sharing of the spoils of the delivery of the envelope, you and I are going to live on it well at least for another two years.”
“Later, I meant” the woman insisted.
“I have a lot of work. I have business opportunities around the world. My kind of product will never be depreciated.”
“Have you ever thought about quitting?” Leila asked with a tinge of expectation.
Lohan paused watching the road, then said: “Only once, two years ago, in Paris. I realized that I had bucked with a product that did not deserve to be purchased. So I left him alone, without any complaint from me that would make tracking down the article. But this is my job. I know how to do it and I will continue.”
Leila meditated on Lohan’s last sentence, and then she said: “At the beginning of this story, when we met, I was terrified, hidden by a rock, on the verge of ending it all. You came with your name to reassure me, since you knew mine very well. You said you had a nickname. What is it? Can you tell me now?”
“I am known as Cadmium Yellow.”
“It’s beautiful. It’s a colour’s name, isn’t it? Why?”
“Yes, you can also make it this way. But the reason is that many have experienced how toxic I can be, like cadmium is. In addition, I have Eastern origins.”
Leila looked more closely at the man’s face and noticed the oblique eyes, the black hair and the pale complexion.
“But what are you going to do?” asked Peter to Leila, expressing the will to change the subject.
“At Drago’s fortress I told you that when it was daylight, above all I wanted to be a totally free person. Well, I want to keep the promise. Now it’s noon, and from this moment on I want to be a totally free woman” replied Leila Bloom with an illegible smile on his lips, averting her eyes from Peter Lohan’s ones.
Enrico Smith
The story was inspired by Eugenio Smith’s RUN # 13, RUN # 11, RUN # 09
Translated by Maria Benimeo