A chi interessano queste cose oggi? Con chi lamentarsi? Esiste un ufficio delle vite perdute?
Michel Bussi – Ninfee Nere
Eppure dovrai metterti l’animo in pace, – replicò Woland, e un sorriso beffardo storse la sua bocca. – Non hai fatto in tempo ad apparire sul tetto che hai già detto una sciocchezza, e ti dirò io in che cosa consiste: nel tuo tono. Hai pronunciato le tue parole come se tu non riconoscessi l’esistenza delle ombre, e neppure del male. Non vorresti avere la bontà di riflettere sulla questione: che cosa farebbe il tuo bene, se non esistesse il male? E come apparirebbe la terra, se ne sparissero le ombre?
Michail Bulgakov – Il Maestro e Margherita
Un’alba livida era sorta a rischiarare la zona del disastro. Le grosse tettoie degli ascensori, che sprofondavano nelle viscere della miniera, si stagliavano sullo sfondo del cielo pallido e opaco per la pioggia della notte. Come tutto il paesaggio circostante, esse erano indifferenti al senso della tragedia che si era compiuta ventiquattrore prima.
Gli uomini delle squadre di soccorso, osservati dai congiunti angosciati dei minatori dispersi, sentivano il loro dolore stamparglisi addosso attraverso quegli sguardi muti, che cercavano di evitare il più possibile. Avevano lavorato tutta la notte, e quelli che avevano più voce in capitolo già tentavano di fare il punto della situazione. Le espressioni dei visi non promettevano niente di buono, anche se a parole tutti quanti diffondevano un po’ di speranze.
Ma era a centinaia di metri nell’inferno sottoterra che la vicenda stava prendendo tutta un’altra piega. E nel buio indistinto di uno dei pochi tunnel che avevano resistito all’esplosione, in mezzo a fumo, macerie di roccia e travi, avresti potuto ascoltare questo dialogo.
“Se ci fossero stati dei topi che scappano, seguendoli per i cunicoli avremmo salvato la pelle. Così invece saremo noi a fare la loro fine”, disse il primo minatore Hans, puntando la torcia a batteria verso il suolo.
“Non è detta l’ultima parola. Forse le squadre di soccorso stanno per raggiungerci”, gli rispose il secondo Manfred.
“A trecento metri di profondità e con tutto il grisou che c’è sulle vostre teste?” interloquì a voce alta un terzo apparso all’improvviso dietro di loro, dalla parte oscura della galleria. Gli altri due non ne conoscevano neanche il nome, tanto costui si era tenuto in disparte; poi tirando fuori dalla cintola un mazzo di carte, lo sconosciuto li esortò: “Piuttosto giochiamo a carte, per non pensarci!”
Entrambi lo guardarono stupefatti mescolare velocissimamente le carte e rotearle tra le dita, tra le ombre nette disegnate dalle lame di luce delle torce elettriche degli elmetti.
“Non ci avevi mai detto di essere un prestigiatore”, disse Hans che avrebbe voluto sorridergli, ma non ci riuscì.
“Un Mago, prego!”, corresse il terzo.
“Prestigiatore, Mago… È la stessa cosa!” affermò Manfred, scuotendo il casco con la luce tremolante.
Allora il terzo aprì le mani a mezz’aria rilasciando le carte, che caddero al suolo prodigiosamente senza spargersi. “No. Non è la stessacosa”, disse lanciando agli altri due un’occhiata di sfida. “E poi che ne sapete di me? Non conoscete neanche il mio nome.”
“Perché non ce l’hai detto!” ribatté l’altro, osservando stupito il mazzo intatto a terra.
“Beh, la verità è che soltanto adesso ti abbiamo visto. Dove stavi prima dello scoppio?” chiese diffidente il primo minatore Hans.
“Woland. Mi chiamo Woland. E non è per puro caso che mi trovo in questo casino, in mezzo a voi. Vedete, io cerco di stare sempre dove c’è qualcosa da barattare in cambio dei miei servigi, con chi nella vita si viene a trovare davvero alle strette. È con costoro che riesco a stipulare gli affari migliori. Tempo fa, per esempio, ho fatto in modo di trovarmi su un aereo, poi schiantatosi su una montagna. L’inchiesta ufficiale ha dato la colpa al secondo pilota che, impazzito, avrebbe fatto precipitare il velivolo, benché le cose non stessero esattamente così. In quel caso avevo scambiato con la vita, in cambio di un congruo versamento su uno dei miei conti bancari, la morte predestinata di tre passeggeri. Così ci furono miracolosamente tre sopravvissuti; non proprio in buone condizioni, ma comunque in grado di godersi un altro po’ di vita. D’altronde si erano messi a trattare sul prezzo, e in qualche modo ho fatto ripagare il notevole tempo perso a tutti e tre. Non fu un miracolo, ma il frutto di una oculata transazione col sottoscritto.”
“Ma che cavolo stai dicendo? Tu non ci stai con la testa! L’esplosione del grisou ti ha risparmiato, ma le esalazioni ti hanno avariato il cervello”, disse cupo Hans.
“No, Hans”, interloquì Manfred disorientato. “La notizia è vera. Mi ricordo l’incidente: solo in tre si sono salvati. E poi come ha fatto quel maledetto mazzo di carte a cadere intero per terra, senza spargersi? Costui, se non è un mago, chi o che cosa è?”
“Beh, allora Manfred, chiedigli com’è che non ha trattato l’affare con gli altri passeggeri del volo. Sarebbe diventato miliardario in una botta sola. E, soprattutto, come mai lui non è morto sfracellato!” ribatté Hans.
“L’ho fatto”, disse Woland. “Ma le vite non sono uguali. Alcune sono comunque perdute, e non tutti gli uomini sanno riconoscersi in quelle, così da poter trattare alla pari con il diavolo, quando si presenta loro per riscattarle con il denaro. Non vi hanno mai detto che ogni vita può avere un prezzo? E poi, in quel particolare frangente, avevo veramente pochissimo tempo.”
“Allora tu chi saresti? Il Diavolo?”, lo interrogò sprezzante Hans.
“Certo. Altrimenti come avrei fatto a stare su quell’aereo, senza che il mio nome fosse sulla lista dei passeggeri? E soprattutto a sopravvivere illeso, tanto da trovarmi oggi qui con voi? Vedete, il diavolo non va mai da solo: sa che per agire con successo bisogna essere una squadra, come quelli che vi stanno affannosamente cercando, prima che la poca aria che vi circonda sia finita. Così anch’io ho formato una squadra con altri tre: il mio valletto Korov’ev, il sicario Azazello, che mi serve a essere più convincente quando qualcuno non vuole proprio capire, e la strega Hella, perché una squadra senza almeno una donna non è una vera squadra.”
“E questi altri tre, adesso dove sono?” chiese Hans.
“Giusta domanda! I miei tre soci sostano con una bella insegna pubblicitaria, un po’ in disparte, presso gli ingressi dei montacarichi, per vendere la salvezza dei minatori dispersi; e questa è la parte che vi riguarda più da vicino. Alcuni dei parenti tra un po’ cominceranno a trattare per comprarsela, ma è ovvio che non tutti avranno il denaro sufficiente. Così quelli che lo potranno fare, agiranno di nascosto per la vergogna. È disgustoso che in certi frangenti conti solo il denaro.”
Woland s’interruppe per valutare le reazioni degli altri due, e quando si avvide dalle loro facce che lo scetticismo lasciava il posto ad un’assurda speranza, riprese a parlare per allargare il solco del dubbio che era riuscito ad insinuare.
“Da quando io e i miei tre compari ce ne siamo andati dalla Russia, e da Mosca in particolare, dopo gli anni Trenta, ci siamo organizzati secondo le regole del vostro efficace sistema economico, così non corriamo nessun rischio giuridico. Abbiamo dato vita ad una società con dichiarato scopo di lucro, l’Ufficio delle Vite Perdute, capace di recuperare vite in extremis con la mia fondamentale collaborazione. Potevamo essere di più, ma due di noi non se la sono sentita di diventare legali e così ci hanno lasciato. In fondo è giusto che sia stato così: Behemoth era un grosso gatto, e i gatti amano essere totalmente liberi, quindi se ne è andato per la sua strada; l’altro si chiamava Abadonna, era il Signore della Guerra ed è andato a fare affari in grande stile in altre parti del mondo. Pare che in questo secolo le cose gli vadano particolarmente bene. Certo gli va molto meglio che a noi dell’Ufficio delle Vite Perdute.”
“Ma noi come possiamo essere sicuri di quello che dici? Come possiamo fidarci?” chiese Manfred, in tono più possibilista.
“È chiaro che non potete. Io sono il Diavolo: come potreste fidarvi di uno come me? Però mettiamola in questi termini: purtroppo non avete scelta. D’altronde, se io non fossi apparso qui sotto in mezzo a voi, la questione non vi si sarebbe nemmeno posta. E poi una garanzia c’è: noi quattro ci accontentiamo di transazioni perfettamente legali e paritarie, in cui chi ci guadagna non siamo soltanto noi, ma anche il cliente che paga per conservare la vita che il destino vorrebbe togliergli. Noi lo avvisiamo prima e poi lui è libero di crederci. È una sua scelta. La maggior parte non ci guarda nemmeno in faccia e tira dritto, perché pensa che sia tutta una truffa; ma per chi accetta il contratto c’è in ballo l’eventualità della vita contro una morte certa. Ecco perché io mi sforzo di essere sempre convincente: in fondo mi adopero per salvare il maggior numero possibile di persone, ad un prezzo equo.”
Hans e Manfred si scambiarono un rapido sguardo, e subito cercarono nelle tasche della tuta i cellulari per mettersi in contatto coi loro congiunti in superficie. Gli apparecchi erano ancora carichi, però lì sotto non esisteva campo. Così guardarono supplichevoli il diavolo, e Woland, dopo aver riattivato il raggio d’azione dei dispositivi per il tempo necessario, assisté divertito ai loro dialoghi concitati con i parenti in superficie per convincerli ad allontanarsi dal gruppo delle squadre di soccorso e trovare subito l’Ufficio delle Vite Perdute, vicino agli ingressi.
“Evidentemente sono un po’ scettici”, ridacchiò Woland. “Parlategli di soldi. Capiranno che la cosa è seria…”
“Quanto vuoi, Woland? Sbrigati…”, chiesero entrambi dopo un po’. Stavolta erano stati abbastanza convincenti, pensò Woland.
“È semplice: voglio tutti i vostri risparmi. Le somme devono contenere almeno tre zeri. E ditegli di seguire alla lettera le istruzioni che il nostro Ufficio darà loro”, rispose deciso Woland. “Fate in fretta, perché tra un po’ ci sarà un’esplosione ancora più devastante della prima. Non devono più perdere tempo con gli altri.”
Alcune ore dopo, una squadra di soccorso li trovò malconci, rannicchiati in un anfratto, dove una sacca d’aria li aveva miracolosamente mantenuti in vita, dopo la seconda spaventosa esplosione.
“Ehi, avete ingannato l’attesa giocando a carte!”, scherzò uno dei soccorritori indicando le carte sparse al suolo.
“Sono dell’altro minatore del nostro gruppo…” si lasciò sfuggire il primo minatore Hans.
“Quale altro?” chiese sbigottito il caposquadra. “Voi due eravate gli unici rimasti vivi qua sotto. Abbiamo tratto in salvo soltanto voi due: per gli altri novantaquattro non c’è stato nulla da fare. Pensiamo che fossero morti già dopo la prima esplosione, perché sono sepolti tutti parecchi metri più in là. Per voi è stato un vero miracolo!”
“No, Hans scherza. È stato un gioco di prestigio mio. Con le carte ingannavamo il tempo prima della morte!”, interloquì il secondo minatore Manfred, guardando il compagno strizzando l’occhio: “È stata una specie di magia. Sono o non sono un Mago con le carte? L’hai capito o no, Hans?”
Hans fece ripetutamente cenno di sì con la testa, e sorrise per la prima volta dopo tanto tempo.
I soccorritori li osservavano con compatimento, ma sapevano che, finita l’intossicazione, dopo una buona dormita avrebbero smesso di vaneggiare. Altro che magia, avevano avuto solo una grande fortuna!
Quando Hans e Manfred risalirono in superficie si diedero un’occhiata intorno per cercare di individuare almeno tre persone con un’insegna o un cartello pubblicitario vicine agli ingressi dei montacarichi, mentre gli abbracci dei congiunti li soffocavano.
Ma riuscirono a vedere solamente il triste spettacolo di un cielo plumbeo e del campo della miniera sconvolto dai rottami e dalle macerie delle esplosioni, e dei pianti disperati dei parenti di quelli che non ce l’avevano fatta.
Così non ebbero il coraggio di rivolgere alcuna domanda ai familiari e cominciarono a pensare alle risposte che in seguito avrebbero dovuto dare loro ai cronisti famelici e agli incaricati dell’inchiesta sul disastro.
Enrico Smith
17 maggio 2017
Il racconto è stato ispirato dalle fotografie “RUN#07” e “RUN#02” di Eugenio Smith
The Office of Lost Lives
“Who is interested in these things today? Who to complain to? Is there an office of lost lives?”
Michel Bussi Black Water Lilies
“Then I am afraid you will have to reconcile yourself to my good health” retorted Woland, his mouth twisted into a grin. “As soon as you appeared on this roof you made yourself ridiculous. It was your tone of voice. You spoke your words as though you denied the very existence of the shadows or of evil. Think, now: where would your good be if there were no evil and what would the world look like without shadow.”
Mikhail Bulgakov The Master and Margarita
A livid dawn had begun to brighten the area of the disaster. The large lift decks, sinking in the bowels of the mine, stood on the background of the pale, opaque sky after the rain of the night. Like all the surrounding landscapes, they were indifferent to the sense of the tragedy that had happened the day before.
The rescue teams, watched by the distressed relatives of the missing miners, could feel their pain through those mute glances, which they tried to avoid as much as possible. They had worked all night, and those who were in charge were already trying to figure out the situation. Their faces boded ill, even if their words spread a bit of hopes.
But it was hundreds of meters in that hell below the ground that the story was taking a different turn. And in the indistinct dark of one of the few tunnels that had resisted the explosion, in the midst of smoke, rock rubble and beam, you could have heard this dialogue.
“If there had been mice running out, we would have saved our own skin by following them through the caves. But like this we will be dead” said the first miner, Hans, pointing the battery torch to the ground.
“We are not beaten yet. Maybe the rescue teams are about to reach us”, replied the second miner, Manfred.
“Three hundred meters deep and with all the firedamp that is on your heads?” He spoke in a loud voice, the third man who appeared suddenly behind them, from the dark side of the gallery. The other two did not even know his name, as he had been kept aside; then, pulling a bunch of cards off the waist, the stranger urges them: “We’d rather play cards then thinking about it!”
Both of them looked at him with surprise while quickly mixing the cards and rotate them between his fingers, between the shadows drawn by the lightning blades of the helmet flashlights.
“You have never mentioned you were a magician” said Hans, who would have liked to smile, but he did not succeed.
“A Wizard, please!” the third man corrected him.
“Magician, wizard… It’s the same thing!” said Manfred, shaking the helmet with the flickering light.
Then the third man opened his hands in the middle of the air, releasing the cards, which fell to the ground prodigiously without spreading. “No. It’s not the same thing” he said, staring daggers at them.
“And then, what you know about me? You do not even know my name.”
“Because you have never told us!” he others replied, staring at the deck of card on the ground.
“Well, the truth is, we have just seen you for the first time.Where were you before the outbreak?”Hans, the first miner, asked mistrustfully.
“Woland. My name is Woland. And it ‘s not by chance that I’m in this mess with you. You see, I always try to be where there is something to be traded for in exchange for my services, with those who have no choice. It’s with those I can get the best deals. Once, for example, I made sure I was on a plane which crashed on a mountain. The official investigation blamed the second pilot who, maddeningly, would have hit the plane, though things were not exactly the case. In that case I had traded with my life the predestinated death of three passengers, in exchange for a proper payment on one of my bank accounts. So there were miraculously three survivors; not in good condition, but they were still able to enjoy another little bit of life. Besides, they tried to deal with the price, and somehow I paid back the time that had been lost to all three. It was not a miracle, but the fruit of a clever transaction with me.”
“What the hell are you saying? You are nuts! The explosion of the firedamps spared you, but the exhalations have ruined your brain.” said gloomy Hans.
“No, Hans,” Manfred interjected in disorientation.”The news is true. I remember the incident: only three were saved. And how could that damn bunch of cards fall to the ground without spreading? If he is not a wizard, who or what is he?
“Well, then, Manfred, ask him the reason why he did not deal with the other flight passengers. He would become a billionaire in a single bust. And, most importantly, how he didn’t he die?” Hans replied.
“I did,” Woland said “but lives are not all the same. Some are however lost , and not all men know how to recognize them, so that they can deal with the devil when they present themselves to redeem them with money. Haven’t you ever been told that every life has a price? And then, on that occasion, I really had a very little time.”
“Then who are you? The devil? “Hans questioned him.
“Of course. How else would I have been on that plane, without my name being on the list of passengers? And to survive unharmed, so much to find me here today with you? You see, the devil never goes out on his own: he knows that to act successfully, you have to be in a team like those who are looking for you, before the little air around you is over. So, I formed a team with three mates, too: my valet Korov’ev, Azazello the assassin, I need him to be more convincing when someone does not want to understand it, and the witch Hella, as a team without at least a woman it’s not a real team. “
“And where are the other three?” Hans asked.
“Right question! My three partners are are standing near a billboard, somewhat apart at the entrances to the hoist, to sell the salvation for the scattered miners. And this is the part that is closest to you. Some of the relatives will start dealing with it for a while, but it’s obvious that not everyone will have enough money. So, those who can do it will act in secret for shame.It’s disgusting that in these moments it is only money that counts.”
Woland stopped talking to evaluate the reactions of the other two, and when he realized from their faces that skepticism gave way to an absurd hope, he went on talking to widen the gap in doubt that he had been able to insinuate.
“Since my three compatriots went to Russia, and Moscow in particular, after the 1930s, we were organized according to the rules of your effective economic system, so we do not run any legal risk. We gave birth to a profit-making company, the Office of Lost Lives, capable of recovering lives in the end with my fundamental collaboration. We could have been more, but two of us did not feel that they were legal and so they left us. In the end it, that was a right choice: Behemoth was a big cat, and cats love to be totally free, so he went on his way; the other called Abadonna, was the Lord of War and he went to other parts of the world for his business. It seems that things are particularly favourable for him in this century. Certainly is much more successful than us to the Office of the Lost Lives. “
“But how can we be sure of what you say? How can we trust it?” Manfred asked in a less skeptical tone.
“of course, you cannot. I am the Devil: how can you trust one like me? Let’s put it in these terms: unfortunately, you have no choice. However, if I hadn’t appeared here, the question would have not even been there. And then, there is a guarantee here: we are satisfied with four perfectly legitimate and equitable transactions, where those who earn are not only us, but also the customer who pays to preserve the life that destiny would want to take away. We warn him at first and then he is free to believe it. It’s his choice. Most of them do not even look at us and straight on, because they think it’s all a scam; but for those who accept the contract, there is the chance of life against a sure death. That’s why I always try to be convincing: in the end, I am working to save as many people as possible, at a fair price.”
Hans and Manfred exchanged a quick glance, and they immediately searched in the pockets of the coverall their cell phones to get in touch with their relatives on the surface. The appliances were still loaded, but there was no connection there. So they looked at the devil imploringly and Woland, having reactivated the range of devices for the time needed, enjoyed their conversations with their relatives on the surface to persuade them to move away from the rescue teams and immediately find the Office of Lost Lives, near the entrances.
“Obviously they are a bit skeptical,” Woland laughed.” Tell them about the money. They will understand that this is serious issue.”
” How much do you want, Woland? Hurry up … ” they both asked after a while. This time, they were pretty convincing, Woland thought .
“It’s simple: I want all of your savings. Sums must contain at least three zeros. And tell them to follow carefully the instructions that our office will give them” Woland said firmly. “Hurry up, because in a while there will be an more devastating explosion than the first one. They do not have to waste time with the others anymore . “
A few hours later, a rescue team found them sick, curled into a ravine, where an air bag had miraculously kept them alive after the second scary explosion.
“Hey, you’ve been playing cards in the wait!” joked one of the rescuers pointing to the cards scattered on the ground.
“They belong to other miner of our group …” Hans the first miner let it slip.
“Who else ?” the foreman was startled. “You two were the only ones who survived here. We only saved you two: for the other ninety-four there was nothing to do. We think that they were already dead after the first explosion, because they are buried all several meters beyond. It was a miracle you are still alive! “
“No, Hans jokes, it was a juggle of mine. We killed the time before death playing cards!” Interrupted the second miner, Manfred, winking at his companion “It was a kind of magic. Is it me or not a wizard with cards? Did you understand or not, Hans? “
Hans repeatedly nodded with his head, and smiled for the first time after a long time.
The rescuers looked at them with compassion, but they knew that once the intoxication would have passed, after a good sleep, they would stop boiling. Everything but magic, they only had a great fortune!
When Hans and Manfred climbed to the surface, they looked around to try to locate at least three people with a sign or billboard near the cargo entrances, while the hugs of the relatives choked them.
But they could only see the sad spectacle of a leaden sky and the field of the mine upset by the scrap and rubble of the explosions, and the desperate crying of the relatives of those who had not made it.
So they did not dare to ask any questions to their family members and began to think how to answer the journalists and those in charge of the disaster inquiry.
Enrico Smith
The story was inspired by Eugenio Smith’s photographs “RUN # 07” and “RUN # 02”
Translated by Maria Benimeo