Il secondo pregio del volo spaziale è che le distanze rendono le guerre molto difficili, di solito poco pratiche, e quasi sempre inutili.
Lazarus Long l’Immortale
E il primo? Il primo è che nello spazio tutte le fotografie vengono bene.
Henry Smith, Blender 3D Visual
…all’improvviso, mio padre, mi prese da parte e mi mostrò quell’album di fotografie che avevo sempre voluto vedere; quando, per guadagnarsi da vivere, faceva il fotografo intergalattico…
Memorandum di Evgenij Smith del 19 dicembre 2317
Post dal Futuro
Anch’io sono un fotografo
Anch’io sono un fotografo. Un fotografo spaziale.
Quando torno dai miei itinerari nella Galassia, ripongo nello zaino pressurizzato un mucchio di foto dei reportage fatti nei vari quadranti spaziali che ho visitato, viaggiando ad una iper velocità ormai decine e decine di volte maggiore di quella della luce.
Quelle che pubblico sulla mia pagina Facebook del XXVII secolo (su tempi commisurati alla attuale durata della vita umana, nel frattempo incredibilmente aumentata grazie a continui e straordinari progressi biomedici) sono le fotografie preferite che porto a casa con me, quando rientro su Terra Magistra, a Falawa, nell’oasi di mia proprietà.
Non si tratta soltanto di astronavi, considerata la meraviglia di certe immagini fotografate nelle più disparate dimensioni del nostro Universo.
Post del 2367
A caccia di Aurore Astrali
Io, da vecchio hegeliano, ho sempre apprezzato molto più la Ragione insita nella storia dell’Uomo che la Natura al di fuori di essa. Parafrasando il Grande Filosofo potrei dire che non trovo “nulla di grande né di piacevole” nei panorami galattici, e nei pianeti non vedo che “masse informi”. Però, mio malgrado, la fama di fotografo mi portò a suo tempo ad avere contatti con un’organizzazione naturalistico ambientalista (particolarmente ostinata nella scoperta e nella difesa degli ambienti galattici, anche i più remoti e insignificanti) che si sviluppò nel Sistema Solare e le sue colonie durante la seconda metà del XXIV secolo: la “Greener Army”.
Uno dei suoi più animosi attivisti era Derek “Beach Boy” Stanton. Costui mi contattò e, con un buon contratto e una buona astronave, mi convinse a seguirlo in una rischiosa missione. Con la Green Betelgeuse andammo alla ricerca di un fenomeno rarissimo: le Aurore Astrali della galassia VEX Hs-2013-11-B, che era nota per i micidiali asteroidi vaganti e per queste “aurore”, che altro non erano che gigantesche emissioni di particelle della radiazione cosmica di fondo. Il fenomeno era causato dall’interazione delle emissioni con le frequenze luminose, provenienti dagli astri circostanti, che in certe zone dell’Universo le rendevano coloratissime.
Stanton, all’opposto di me e come tanti altri da secoli, era fissato con la natura e voleva documentarne i fenomeni di persona, anche a costo di lasciarci la pelle. Nel 2367 accompagnai “Beach Boy” in un safari fotografico alla ricerca delle più note e suggestive Aurore Astrali, quelle situate nella cintura asteroidale tra i pianeti Pròtagon e Dèuteros, visibili in ordine di distanza nella foto, insieme al sole Vex Ruber, dalla brillantezza rossastra.
Derek Stanton era un vero temerario, ma sapeva pilotare bene la sua nave che faceva schizzare tra gli asteroidi come la pallina di un flipper, evitandoli sempre per un pelo, rendendo in tal modo straordinaria la visione delle Aurore Astrali per le particolari inclinazioni che sapeva imprimere al mezzo. Naturalmente io avevo il cuore in gola, e maledicevo il mio assenso a quell’assurda missione, in cui fotografavo, tra l’altro, aspetti che per me rivestivano ben poco interesse.
Comunque il mucchio di soldi che ricevetti dai fanatici sostenitori di “Greener Army” – tutti straricchi investitori finanziari nei capitali di miliardarie società energetico minerarie, le più inquinanti e pericolose – e i sublimi spettacoli naturali galattici che ebbi possibilità di osservare (di cui la foto è una piccola testimonianza) compensarono gli attimi di terrore provati durante il viaggio con la Green Betelgeuse e quell’invasato di Derek “Beach Boy” Stanton. Amen.
Post del 2398
I Tre Pianeti di Mustafà “Le Roi”
L’ulteriore generalizzato allungamento della vita umana avvenuto tra il XXIII e il XXIV secolo di cui anch’io per fortuna riuscii a beneficiare, mi permise di documentare uno dei più importanti e ricorrenti fenomeni della storia galattica: quello delle migrazioni interplanetarie. Esseri delle più varie specie e razze dell’Universo presero a migrare dai pianeti più poveri verso quelli più ricchi, grazie ad illegali flotte spaziali raccogliticce e malandate guidate da capitani improvvisati e senza scrupoli, espulsi dalle aviazioni astrali militari e civili, a cui era stato tolto il brevetto di comando di navigazione spaziale per episodi d’indegnità o di vigliaccheria. Costoro causavano innumerevoli stragi di ignari migranti abbandonandoli da soli nello spazio su vere e proprie carrette spaziali alla deriva. Inoltre tali ignobili comandanti, dopo essersi fatti pagare profumatamente, venivano prelevati dai loro complici che li portavano in salvo su astronavi ben più sicure, per spartirsi in seguito il bottino.
Naturalmente ad un certo punto non fu più possibile per i pianeti accogliere tutti questi migranti, i quali vennero allora raccolti nelle cosiddette “Enclave di Contenimento” che altro non erano che enormi stazioni spaziali orbitanti attorno agli stessi pianeti, dove i migranti, col passare del tempo e il progressivo diminuire dei finanziamenti rubati dalle corrotte compagnie d’assistenza, conducevano una vita grama e, se possibile, ancora più misera di quella vissuta nei lontani pianeti d’origine.
Mustafà Le Roi era un fuoriuscito dell’enclave di contenimento EC 97 “Patronicus”. Stanco della vita miserabile che il Comitato di Controllo Migrazioni aveva imposto su Patronicus 97, un bel giorno si era dato alla clandestinità e con attività più o meno legali, grazie alla sua scaltrezza e alla sua brutalità, aveva accumulato in pochi decenni un enorme patrimonio con cui aveva acquistato i diritti di proprietà di tre pianeti nella Galassia Esterna EXG-16, dove si era stabilito come in un suo regno personale; da qui il soprannome “Le Roi” con il quale era conosciuto.
Aveva anche messo su a proteggerlo una flotta di veloci astronavi ed un suo esercito personale, composto da un fanatico corpo di mercenari spaziali di tutte le razze e risme, reclutati proprio tra quei migranti che, passati alla rivolta armata, continuamente si univano a lui e che lo adoravano come fosse un dio, per combattere e depredare tutti i capitani felloni che lucravano sulle disgrazie di quei poveracci, in una specie di nuova pericolosa filibusteria spaziale le cui incursioni causavano comunque migliaia di vittime innocenti.
La foto, scattata col permesso dello stesso Mustafà su una nave appoggio, ritrae oltre alla galassia a spirale NGC 2841 PS53 (in breve EXG-16) al centro, la stella K V nana arancione Exagum e tre dei vascelli di raccolta che “Le Roi” inviava periodicamente nelle zone prossime ai suoi tre pianeti – Kalus, Malus e Vividus – in missione di salvataggio per quei migranti dispersi, i quali poi lo ripagavano con una fedeltà assoluta e criminale.
Tutto ciò avveniva a cavallo tra il XXIV e il XXV secolo.
Post del 2408
Tra due fuochi
La levantina scellerataggine di Mustafà Le Roi fu tale da far credere all’Autorità Galattica Centrale che per soldi avessi collaborato con lui nell’accoglienza illegale dei migranti spaziali, contravvenendo così alle leggi intergalattiche di quegli anni. Io però non avevo fatto altro che documentare la partenza di alcune navi della sua flotta, spedite alla ricerca dei migranti nei pressi del cosiddetto “regno di Mustafà”. Ossia avevo svolto il mio lavoro di reporter spaziale, né più né meno, protetto da tutte le leggi civili interplanetarie.
Fatto sta che, in base ad una denuncia da parte di Mustafà nei miei confronti, quando tornai sul pianeta Aragon fui indagato dal Comitato di Controllo Migrazioni e la Partizione Locale dell’Autorità Galattica Centrale pagò decine di milioni di crediti a Le Roi, come premio per la delazione a proposito di una mia presunta complicità con organizzazioni illegali dedite alla tratta dei migranti. Per di più il farabutto ottenne anche il proscioglimento completo da qualsiasi imputazione.
In seguito faticai non poco a smontare giuridicamente e moralmente le accuse rivoltemi, dimostrandone l’assoluta falsità, grazie anche all’aiuto di due miei autorevoli amici: il dottor Wollendy Vogel e Lazarus Long. Essi testimoniarono per me e rimborsarono all’Autorità Galattica Centrale la somma milionaria di cui Mustafà Le Roi si era impadronito con una delle più vili truffe che avesse mai posto in essere. La principale vittima però fui io, che per sette anni patii il calvario giudiziario finalizzato alla mia completa riabilitazione e alla restituzione della licenza di libero fotoreporter spaziale. Per i miei ricchi amici si trattò solo di un’anticipazione di spesa sui futuri lauti guadagni delle loro attività come consulenti politici. Comunque io li compensai largamente, garantendogli la mia totale collaborazione professionale.
La foto, scattata da uno shuttle d’appoggio, documenta l’incontro tra l’astronave dei miei due amici, il piccolo catamarano spaziale K0 Neos dotato di modernissimi motori miniaturizzati a trascinamento pluridimensionale simultaneo e il mastodontico traghetto giudiziario aragonese Convoy 22, col quale fui riportato alla libertà quando mi fu revocato il provvedimento di residenza coatta su Aragon e restituita la completa autonomia di trasferimento galattico.
Allorché misi piede sulla minuscola ma efficientissima navicella dei miei amici, non potei fare a meno di ripensare alla canagliata messa in atto senza scrupoli dal fuoriuscito Mustafà, che si era servito del mio ignaro contributo, per trasformarlo in un ulteriore mezzo di finanziamento indebito per le sue sporche attività.
Nota
Tutti i post e le citazioni sono tratti dalla raccolta delle fotografie galattiche originali di Henry Smith, con le relative didascalie esplicative, conservata gelosamente da Evgenij Smith.
(La nota precedente viene riportata dall’Archivio Storico Fotografico Galattico Generale di Terra Magistra, aggiornato a tutto il XXXI secolo.
Terra Magistra è il quarto pianeta della Partizione del Sistema Solare situata nel Braccio di Orione della Via Lattea, il cui centro galattico si trova nella costellazione del Sagittario).
Il Curatore, androide L.O.L.L.#0T
(Continua)
Testo scritto, elaborazioni e rendering digitali di Enrico Smith
5 novembre 2018


