La Rivoluzione Danista capitolo 1 – La ‘Pegasus’ (2708)

La Rivoluzione Danista capitolo 1 – La ‘Pegasus’

Nel 2708, in tutta la Quarta Unione Galattica e nel corso dell’intero anno, si celebrò con grande solennità il cinquantesimo anniversario della vittoria sulla Rivoluzione Danista e sulla sua androgina guida Adam Dana ‘The Damsel’, anche se di costui (o costei) si erano perse da tempo le tracce. Si diceva che fosse ancora vivo e, ben protetto, avesse trovato rifugio in qualche parte nascosta dell’Universo. Parecchi alti funzionari delle galassie principali ancora lo ammiravano più o meno in segreto, sicuri che un giorno sarebbe tornato per abbattere il declinante impero della Quarta Unione, come un Messia redivivo.

Grazie al mio curriculum fui uno dei fotografi accreditati al seguito delle cerimonie di commemorazione, tenutesi una dopo l’altra nelle principali città di Terra Magistra e dei pianeti che avevano contribuito alla sconfitta dei danisti. Navigavamo distribuiti su varie astronavi, agli ordini dei migliori comandanti della flotta spaziale dell’Unione.

Io ero imbarcato sulla ‘Pegasus’, condotta da un drappello di alti ufficiali; di alcuni di essi, conosciuti in missioni precedenti, potevo vantare l’amicizia come il Capitano O’Bannon, il Generale di Brigata Andrej Kutchenko, l’ormai Sottotenente Lucius Vartanovič Petrosjan, il Comandante Vladimir Orlov ‘L’Aquila’ ed il Maggiore Cantor Dragan. Nei pressi del pianeta Purple Haze, salirono poi sulla nave l’eroico Generale Nikolaij Demianskij con il Tenente di Vascello Uriah ‘Hurry’ Christian ed il venerabile tessita Udhrum, antropologo culturale e psicofilosofo. Costui proveniva dal pianeta T-ESS#04 – o Tess – noto anche nelle galassie ulteriori per le civiltà spirituali e religiose che lo abitavano.

Gli ultimi due avevano avuto un ruolo fondamentale quando nel 2658 fu siglato il cosiddetto ‘Patto di Tregua Conclusivo’ tra i danisti e la Quarta Unione: essi, infatti, erano stati i coraggiosi mediatori segreti che con le loro capacità diplomatiche e psicologiche avevano rotto il ghiaccio con lo stesso Adam Dana, creando i presupposti per il successivo confronto faccia a faccia che io ed altri avemmo con lui – già descritto in [https://www.enricosmith.it/la-rivolta-di-adam-dana-the-damsel-2648-2658/] – prima della firma definitiva del Trattato.

La Pegasus aveva un’ampia sala ufficiali in cui non di rado ci riunivamo un po’ tutti. Era qui che io mi facevo coraggio, mi sedevo accanto al tenente Christian e ad Udhrum, e li tempestavo di domande su come avessero fatto a persuadere Adam Dana; cosa ne pensassero di lui (o di lei); ma soprattutto se avessero potuto scoprirne l’autentica identità sessuale, ossia l’aspetto della vicenda che da reporter popolare incuriosiva di più me e la pubblica opinione. Le loro risposte erano sempre gentili ma quanto mai vaghe soprattutto su quest’ultimo argomento, per loro evidentemente pochissimo significativo. Invece quando il discorso ne affrontava altri più profondi e politici, le risposte si facevano più cicostanziate, destando l’interesse di tutti i militari presenti. Ogni volta che ciò accadeva, puntualmente vedevo il generale Kutchenko allontanarsi dal tavolo intorno a cui eravamo seduti, raggiungere il quadro comandi a parete e modificarne alcuni parametri. Seppi dopo, dal mio amico O’Bannon, che il generale andava a disinserire ogni dispositivo d’intercettazione interno ed esterno, in modo che la conversazione tra noi rimanesse assolutamente segreta, per evitare qualsiasi futura ritorsione possibile.

Nelle due foto seguenti l’astronave Pegasus al largo del pianeta Purple Haze, ed il Tenente di Vascello Uriah ‘Hurry’ Christian.


L’astronave Pegasus al largo del pianeta Purple Haze
Tenente di Vascello Uriah ‘Hurry’ Christian

Testo, elaborazioni e rendering digitali di Enrico Smith.