Qualcuno bussa alla porta della camera 237/1 – Antefatto anno 2101

Qualcuno bussa alla porta della camera 237/1 – Antefatto anno 2101

Lazarus Long, l’Immortale.

Lazarus Long, la creatura letteraria di Robert Anson Heinlein, fu una di quelle Alterità Nascoste con cui venni personalmente in contatto, e che decise di instaurare con me una lunga collaborazione.

Forse perché apprezzava il mio riserbo, Lazarus mi coinvolse spesso nelle indagini commissionategli da istituzioni, più o meno ufficiali, che gli fornivano appoggi e coperture di ogni genere.

Egli aveva buoni rapporti con la Lega Astrale Cinese che, per favorirlo nei compiti d’investigazione, gli metteva a disposizione i battelli spaziali meno recenti, ma in ogni caso ben collaudati e capaci di portarlo dovunque lui avesse necessità di recarsi.

Qui io, a bordo dell’astronave Rusher di Martin Digger, sto per raggiungerlo in uno di quei battelli, il Drago d’Oro VII, molto più snello e filante della vecchia serie III.

A Long era stato chiesto d’indagare segretamente sulla scomparsa di una terrestre, avvenuta sul pianeta Petraeus del Sistema Lythodes che si vede nella foto, nella Costellazione del Doppio Pesce, dove Lazarus si sta dirigendo.

Nell’immagine si vedono anche, oltre al pianeta, lo spuntare del suo sole Lythodes e, sullo sfondo, la nebulosa NGC 520. L’anno era il 2101 d.C.

Viktor Basaljyem.

Dopo l’atterraggio su Petraeus, Lazarus Long ed io fummo condotti nell’Urbe Primaria di Petraea; lì ci accolse il colonnello Viktor Basaljyem, un taciturno ma risoluto ispettore di polizia.

L’incontro con il colonnello Viktor, al quale, insieme con Long, era stato affidato lo spinoso caso della terrestre scomparsa, avvenne nel vasto spiazzo antistante l’enorme Ispettorato Investigativo di Kanjganlys, alla periferia dell’Urbe Primaria.

Basaljyem, come tutti gli imponenti esseri della sua specie, originaria del Sistema di Lythodes, non gradiva essere fotografato direttamente: così io, dopo le presentazioni di rito, mi limitai a catturare almeno la sua caratteristica lunga ombra, che si stagliava inquietante sull’arido piazzale.

Will You Miss Me, Vajwa Richter?

Viktor, Lazarus ed io ci recammo tutti e tre alla periferia di Urbe Petraea, per ispezionare l’aeromotel “Divinis Mulieribus”, da cui era partita la denuncia di scomparsa.

Dopo che Basaljyem ebbe tolto i sigilli alla porta della camera 237/1 e fummo entrati nel locale, tappezzato con la preziosa riproduzione di una stoffa disegnata da William Morris alla fine del XIX secolo, la prima cosa che notai fu una matita posata accanto ad un foglietto di carta spiegazzato, su cui era scritto con incerta grafia “Will You Miss Me?”. Quindi, ad un cenno del colonnello e di Long, cominciai a scattare diverse inquadrature della stanza.

Questa è, secondo me, quella più rilevante, evocativa di una storia amara: la denuncia era stata fatta per una donna sparita, ma tutti gli indizi presenti nella camera, registrati meticolosamente da Long e Basaljyem, inducevano a pensare che le donne scomparse fossero in realtà almeno due.

Di una di esse, Vajwa Richter, il nominativo registrato al bureau, persisteva ancora un’istantanea bio olografica, che si intravede sullo specchio in fotografia. All’altra donna, forse, apparteneva l’occhio della piccola immagine collocata sul piano del tavolo.

Perché un solo bicchiere vuoto? Perché un rossetto nuovo, aperto e anch’esso non utilizzato?

Che fine aveva fatto Vajwa Richter? E soprattutto quale delle due donne sarebbe mancata all’altra?

Tre giorni dopo l’arrivo su Petraeus (credo nel marzo 2101), il mio compito di reporter fotografico era terminato, ma l’indagine di Lazarus Long e del colonnello Viktor Basaljyem sarebbe stata di certo più lunga.

Ognuno combatte con le armi che ha.

Qualcuno bussa alla porta della camera 237/1.

Vajwa Richter è in piedi al centro della stanza, si volta e va ad aprire. Al di là della soglia Mayra Dyatlov la guarda con trepidazione. “Fammi entrare, Vajwa!”, mormora e si guarda furtiva alle spalle.

“Mayra, ti stavo aspettando. Entra, svelta!”

“Il bastardo mi segue: fra poco sarà qui. Ha scoperto tutto di noi e sa dove stai alloggiando”, sussurra affranta Mayra Dyatlov. ”Sono stanca, Vajwa. Stavolta mi ucciderò!”

“Smettila, Mayra!”, la interrompe brusca Vajwa. “Stavolta NOI uccideremo LUI!”

“Noi? E come faremo?”, negli occhi di Mayra si accende una luce di speranza.

“Stammi bene a sentire. Vedi quella mia olografia permanente sdraiata sul letto a grandezza naturale, che ho posto accanto all’uscio e che si riflette sullo specchio? Quando il bastardo arriverà e busserà, aprirò la porta di scatto: lui la vedrà e per la rabbia ci si avventerà contro. Ma io starò dietro di lui e gli scaricherò addosso l’annichilatore particellare. Spargeremo qualche indizio contraddittorio per confondere le acque, poi puliremo quel poco che sarà rimasto del corpo e dopo fileremo dal retro dell’aeromotel dove credo di aver messo fuori uso tutte le videocamere di sicurezza. Ognuno combatte con le armi che ha, diceva sant’Ignazio: io mi sono procurata un annichilatore al mercato nero di Urbe Petraea. L’unica cosa che dovrai fare tu sarà quella di scrivere un fasullo biglietto d’addio per me. Te la senti?”

“Tutto, pur di riuscire a liberarmi di lui” dice Mayra, con voce ferma.

Al che Vajwa indossa un paio di guanti di latex porgendone un altro alla compagna, ordinando “Mettili!”, quindi le allunga una matita ed un foglietto, sul quale Mayra verga poche parole restituendolo con un sorriso. Vajwa lo legge compiaciuta, poi lo spiegazza e lo distende sul tavolo con la matita sopra. Quindi pulisce accuratamente tutti gli altri oggetti: un bicchiere, un astuccio di rossetto lasciato aperto, un candelabro con una candela spenta e la foto dell’occhio di una donna qualsiasi.

“Ho previsto tutto, come vedi. Ti hanno visto entrare?” chiede. Mayra fa un cenno di diniego. “Bene: in questa stanza ci sono stata solo io, disperata per il tuo addio… Quello lascialo lì”, e indica il rossetto. “Per la tua bocca ne userai un altro, dopo. Oggi le mie labbra non potrebbero dartelo. Ma va bene così e non mi mancherai…”, soggiunge allusiva guardando l’amante intensamente negli occhi.

Ora qualcuno sta bussando furiosamente alla porta della camera 237/1. Le due donne sobbalzano e si guardano risolute, quasi ad incoraggiarsi l’una con l’altra.

Il colonnello Viktor Basaljyem redige un rapporto.

Novembre 2101: estratti dal rapporto del colonnello Viktor Basaljyem ispettore di polizia presso l’Ispettorato Investigativo di Kanjganlys, riguardante l’indagine n.479/11 2101, denominata “Scomparsa della donna della camera 237/1”.

OMISSIS … la stanza 237/1 dell’aeromotel “Divinis Mulieribus” nel giorno della presunta commissione del reato era occupata ufficialmente registrata, con prenotazione e pagamento anticipato a nome di tale Vajwa Richter…

OMISSIS … da informativa anonima risulta che, tre giorni prima della scomparsa di Vajwa Richter, una donna (riconosciuta in ologramma come la stessa Richter) ha acquistato un annichilatore particellare al mercato nero di Urbe Petraea…

OMISSIS … sul pavimento della stanza 237/1 e sui gradini della scala antincendio dell’aeromotel “Divinis Mulieribus”, in base alle rilevazioni della polizia scientifica convocata sul posto dopo il primo sommario sopralluogo effettuato dal sottoscritto, dall’esperto tropologo Lazarus Long e dal fotografo professionista Henry Smith, si constatava: 1) la totale assenza di impronte digitali; 2) la presenza di microscopiche particelle cadaveriche da annichilazione…

OMISSIS … queste particelle sono attribuibili in base all’esame del DNA a tale Aloysius Pastorius Decanus, imprenditore ed uomo politico originario di Terra Magistra ma residente da dieci anni ad Urbe Petraea, a carico del quale risulta unicamente una denuncia da parte dell’attuale compagna – legalmente schedata nel Registro Civile di Urbe Petraea come tale Mayra Dyatlov – per violenza privata nei confronti della stessa…

OMISSIS … non esistono tracce, rilievi o impronte di nessun genere capaci di comprovare la presenza della Vajwa Richter sulla scena del delitto, pur sussistendone ragionevoli dubbi a livello investigativo, ma senza alcun valore indiziario né tantomeno probante a livello istruttorio…

OMISSIS … non esistono sufficienti indizi per ipotizzare la presenza di una seconda donna, in qualsiasi forma di partecipazione in concorso con la Vajwa Richter, non essendo stata rilevata traccia alcuna di tale presenza. Inoltre la compagna del Decanus, pur risultando irreperibile dal giorno del reato in oggetto, non è collegabile alla scena dello stesso in alcun modo comprovabile: infatti la di lei irreperibilità è ragionevolmente da ascriversi al tentativo di sfuggire alla prepotenza del compagno che negli ultimi tempi, secondo notizie raccolte presso persone informate dei fatti, risulterebbe essersi fatta più insistente e violenta…

OMISSIS … pertanto la soppressione dell’uomo è allo stato attuale l’unico fatto certo, rimanendo le motivazioni del crimine totalmente vaghe e da mettersi presumibilmente in relazione con ambienti economici e politici…

OMISSIS … viene pertanto a cadere qualsiasi ipotesi di accusa di omicidio premeditato di primo grado, aggravato dall’efferatezza, nei confronti di Vajwa Richter, per la quale si chiede il non luogo a procedere. Si dispone quindi la chiusura della presente indagine. Per quanto riguarda l’omicidio di Aloysius Pastorius Decanus si richiede la successiva apertura di un’indagine a carico di ignoti.

FIRMATO: colonnello Viktor Basaljyem, ispettore di polizia presso l’Ispettorato Investigativo di Kanjganlys/pianeta Petraeus/Sistema di Lythodes, incaricato dell’indagine n.479/11 2101, denominata “Scomparsa della donna della camera 237/1”’.

Due donne misteriose – anno 2101.

Due donne misteriose rimaste ignote perché non identificabili.

Nel dicembre del 2101, quando la vicenda della scomparsa della donna della camera 237/1 nell’aeromotel “Divinis Mulieribus” si era del tutto conclusa, io, tornato su Terra Magistra nell’Oasi di Fulawa, ricevetti da parte di Lazarus Long ancora ospite del colonnello Viktor Basaljyem su Petraeus, i fotogrammi dei volti di due donne. Insieme alle foto c’era anche un messaggio riservato indirizzato a me personalmente, che recitava così:

“Carissimo amico Henry, per ringraziarla della sua ottima collaborazione su Petraeus, il colonnello Basaljyem ed io abbiamo pensato di condividere con lei le AUTENTICHE conclusioni a cui siamo giunti ufficiosamente a proposito del caso della donna scomparsa, col quale anche lei ha avuto a che fare, esprimendo tra l’altro valide opinioni che ci hanno guidato nel corso delle indagini.

Come potrà verificare leggendo il verbale ufficiale redatto dal colonnello – allegato alla presente – il caso è stato definitivamente archiviato alla fine del mese scorso con un non luogo a procedere nei confronti della donna ospite nella stanza 237/1, poiché ritenuta totalmente estranea ai fatti, e la presenza di una sua eventuale complice è stata esclusa per assoluta mancanza di indizi. Le posso dire però che le cose si svolsero invece proprio come tutti e tre avevamo supposto. E due filmati registrati dall’unica telecamera di controllo non manomessa al di fuori dell’aeromotel, da cui ho estratto i fotogrammi che unitamente le invio, confermerebbero in modo schiacciante la presenza delle due donne sul luogo del delitto proprio in quei minuti, ma sia Viktor che io ci siamo assunti in comune la responsabilità di far sparire immediatamente tali prove decisive, per salvaguardare le due donne da una grave accusa di omicidio che certo non meritavano viste le reiterate violenze usate nei loro confronti dalla vittima, la cui memoria avrebbe potuto comunque godere in tribunale di forti protezioni per il suo status. Trovavo giusto farle sapere tutto ciò, certo della sua totale riservatezza.

Con accresciuta stima, il suo perenne amico Lazarus Long.”

***

Essendo passato il necessario tempo da quei terribili fatti ormai caduti in prescrizione – siamo nel 2672 – e con l’espresso beneplacito dei due amici coi quali condivisi all’epoca lo svolgimento dell’indagine in qualità di fotografo, posso ora pubblicare tali fotogrammi e i nominativi di quelle due sventurate donne, loro sì, vittime della violenza maschile.

Il primo fotogramma è quello del volto di Vajwa Richter, mentre il secondo sarebbe quello riguardante Mayra Dyatlov. Per inciso, di loro non si sono avute più notizie da quel fatidico marzo 2101.

Post Scriptum del 2672.

Lo svolgimento dell’intera vicenda si può leggere nella corrispondente pagina del mio sito plurisecolare, di cui riporto più sotto il link.

Esso si fonda sulla recente ricostruzione di quegli eventi fatta dallo scienziato geo-esobiologo Kònrad Marìnkovich, detto “Il Diabolico Woland”, tramite l’MLA (Mnestic Local Amplifier, o Amplificatore Mnestico Locale) da lui progettato, brevettato e realizzato, col quale egli stesso ha cominciato a districare numerosi casi inspiegabili del passato, tramite le cosiddette ‘tracce mnestiche’ rilasciate sul posto e nel momento dei fatti dalla psiche dei protagonisti; ossia parole e pensieri che si conservano come cristallizzati in quegli stessi luoghi per periodi incredibilmente lunghi, con probabilità di permanenza comprese tra il 70 e 90 per cento e che, seppur flebili, l’MLA è capace di captare, amplificare e registrare, per essere decodificati in seguito attraverso un paziente lavoro di interpretazione e ripristino da parte di un operatore specializzato.

Link: https://www.enricosmith.it/1431-2/

Henry Smith, fotografo spaziale, dalla sua residenza forzata nell’Oasi di Falawa, nel 2672 secondo anno della pandemia su Terra Magistra.

Vajwa Richter
Mayra Dyatlov

Testo, elaborazioni e rendering digitali di Enrico Smith.